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Marche, covid: zero ricoveri all’Intensiva dell’ospedale regionale di Torrette. Tra vaccini e monoclonali la situazione migliora

Una situazione positiva che va avanti da quattro giorni mentre nei reparti Intensivi dei nosocomi della regione nell'ultima settimana i ricoveri gravi sono meno di dieci. Ecco i numeri

Torrette
Gli Ospedali Riuniti di Ancona

ANCONA – Nessun nuovo ricovero covid nella terapia intensiva di Torrette negli ultimi 4 giorni, mentre nei reparti intensivi degli ospedali della regione nell’ultima settimana i ricoveri gravi che si contano sono meno di 10. L’ultimo paziente arrivato nel reparto di Torrette non era un nuovo ingresso, ma un trasferimento dall’ospedale di Senigallia. Migliora dunque il quadro epidemiologico delle Marche.

Ad oggi, 3 maggio, i degenti nella Terapia intensiva guidata dal professor Abele Donati sono 16, su 18 posti letto disponibili, di questi 7 sono in Ecmo, ovvero ossigenazione extra-corporea e dunque in condizioni critiche; gli altri alcuni sono stabili e altri ancora in miglioramento. L’età media delle persone ricoverate in questo reparto si attesta intorno ai 60-65 anni, mentre gli ultimi pazienti ad essere stati ricoverati sono stati due ultrasettantenni.

Abele Donati, primario Clinica di Anestesia e Rianimazione Torrette

«Qui ad Ancona la situazione va meglio, ma negli ospedali del Fermano e dell’Ascolano ci sono stati nuovi pazienti intubati», afferma Abele Donati, primario della Rianimazione Clinica di Torrette, il reparto che accoglie i pazienti covid in condizioni critiche da tutta la regione. Donati però invita a non abbassare la guardia: il timore dei sanitari adesso è che le riaperture possano far risalire la curva dei contagi. «Vediamo come procede la situazione nelle prossime due settimane – spiega – per vedere i primi effetti delle riaperture».

Secondo il professor Donati il quadro di miglioramento è legato fondamentalmente a tre aspetti: da un lato alla «riduzione dei contagi», dall’altro alla vaccinazione che sta procedendo, ma anche alla «nuova terapia con gli anticorpi monoclonali» che ha abbattuto il tasso di ospedalizzazione dei pazienti più fragili, quelli che subiscono le conseguenze più pesanti della malattia.

Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette

E a confermare che la terapia con gli anticorpi monoclonali sta funzionando è il professor Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette, dove viene somministrata ai pazienti covid fragili non ospedalizzati, ovvero quelli con gravi patologie respiratorie, diabetici scompensati e grandi obesi. Giacometti fa notare che su una quarantina di pazienti trattati con flebo di anticorpi monoclonali, solo 2 sono stati ospedalizzati: «Anche se i numeri sono ancora piccoli» puntualizza «la terapia sta funzionando e sembra dare buoni risultati, il tasso di ospedalizzazione è stato ridotto almeno del 50% circa, ed è un successo».

Si tratta infatti di quei pazienti che avrebbero subito gli effetti più pesanti della malattia e che sarebbero potuti finire in rianimazione. Nelle Marche sono state impiegate circa un centinaio di flebo, su una dotazione iniziale di 730 trattamenti. «I pazienti sui quali abbiamo impiegato questa terapia non hanno avuto effetti indesiderati – afferma – e i monoclonali coprono anche le varianti del virus». Il primario spiega che sia la variante inglese, che la sudafricana e brasiliana sono coperte da questa terapia: per la indiana sono ancora in corso studi, ma «gli anticorpi monoclonali sembrano coprire anche questa variante».

Anche nella palazzina di Malattie Infettive negli ultimi giorni non ci sono stati nuovi ricoveri covid e l’età media dei pazienti positivi al virus si attesta tra i 50 e i 60 anni, un fatto attribuibile, come spiega il primario, alla vaccinazione che «ha coperto per gran parte la fascia degli over 80 e 70». Nei giorni scorsi a Torrette ha chiuso l’Area Cov4 che aveva 48 posti letto e anche l’Area Cov3 ha chiuso i battenti. Ad oggi all’ospedale regionale sono tre le aree covid ancora attive, la Cov5, ovvero la Rianimazione Clinica, e la Cov2 A e B, ovvero la Palazzina di Malattie Infettive dove i positivi al virus occupano 34 posti letto su 40 disponibili e la Cov1 B di subintensiva guidata dal primario Aldo Salvi che conta 12 posti letto, 11 dei quali occupati e la Cov1 A (Pronto Soccorso) dove sono due i pazienti. Al Salesi nella Clinica di Ostetricia e Ginecologia è presente una persona positiva al virus ricoverata.

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