Ancona-Osimo

Ancona, Valeria Mancinelli parla da leader. E ne ha per tutti

La sindaca di Ancona ha tracciato un bilancio dei suoi dieci anni di governo cittadino, senza dimenticare messaggi e avvertimenti per il suo successore

ANCONA – Parole schiette, con gli spigoli e con le spine, come è abituata lei, Valeria Mancinelli, premio World major prize 2018: così la sindaca anconetana, con la giunta al completo, ha tracciato stamattina un bilancio dei dieci anni di governo del capoluogo. Non senza qualche frecciata all’indirizzo del centrodestra «Daniele Silvetti non mi pare così ferrato in materia di bilanci» e qualche considerazione dispensata verso chi le succederà, come sassolini di Pollicino, una traccia da seguire in un percorso tra certezze e ostacoli: «La scelta vera, adesso, sarà far rimanere la città ingessata nel degrado horror, oppure far di tutto per far partire interventi pubblici e privati, sapendo che quando ci sono i lavori in corso ci sono anche i problemi». Ma anche consigli diretti: «Evitare come la peste la demagogia: bisogna darsi obiettivi ambiziosi ma possibili, non raccontare balle, non fare promesse in campagna elettorale che poi si scopre che non si possono mantenere. Perché come dice Giorgia: la coperta è corta. Su questo concordo». C’è la citazione della Meloni, ma c’è anche l’ammissione che con la stampa, almeno inizialmente, non erano state rose e fiori: «Inizialmente con voi non avevo preso misure». Insomma, Valeria Mancinelli a 360 gradi che racconta e si racconta, che spiega le scelte fatte negli anni, anche quando hanno rischiato di essere impopolari: «Abbiamo esercitato la responsabilità di decidere senza continui rinvii e galleggiamenti anche quando le decisioni potevano essere controverse e difficili».

Parla da leader, ma rende partecipe la squadra di governo, quella squadra che, con qualche modifica in corso d’opera come ogni squadra che si rispetti, l’ha supportata sul campo per dieci lunghi anni: «Mi hanno spesso descritto come una donna sola al comando. Sono sciocchezze. A me la responsabilità di guidare la squadra, da capitano e da allenatore, ma se non c’è la squadra non si va da nessuna parte». Una storia di governo che parte dal 2013: «A fronte di bilanci comunali poveri, tagliati sistematicamente per anni, la prima decisione che abbiamo portato avanti con costanza è stata quella di andare a caccia di soldi fuori dai bilanci comunali, concorrendo a tutti i bandi possibili. Abbiamo portato a casa tante risorse economiche, da ultimo quelle del Pnrr, soldi che hanno consentito interventi altrimenti impossibili. Ma questi fondi extra bilancio non sono bastati per tutto: anche una parte significativa dei bilanci comunali l’abbiamo dovuta impegnare per questi interventi, dal Passetto, a piazza Cavour, o all’edilizia scolastica su cui abbiamo speso 27 milioni di euro, in gran parte presi dai bilanci comunali, interventi indispensabili per la comunità, che magari si vedono meno rispetto all’asfaltatura delle strade. Le risorse per la cosiddetta manutenzione ordinaria, invece, sono state insufficienti e su questo bisognerà migliorare ma Ancona lo potrà fare, più soldi per le strade, i marciapiedi, i muri di sostegno, perché gli interventi grossi sono stati già fatti».

E poi l’identità della città: «Attraverso il piano strategico – ha proseguito la sindaca – abbiamo accompagnato la città a ridefinire la sua attività, una città di mare portuale: quell’elemento identitario è rimasto e oggi è nella consapevolezza diffusa di gran parte della cittadinanza. Il porto elemento identitario, presenza forte che segna l’identità della città, che attraversa la vita quotidiana dei cittadini, elemento centrale e centrato di quel piano strategico. Ancona non soffre di un complesso di inferiorità, ma dieci anni fa aveva bisogno di ancorarsi alla sua identità, quella che la differenziava da altri centri». Una risposta a chi la critica e l’ha criticata spesso per il suo carattere autoritario e decisionista: «Il capitano e l’allenatore della squadra non possono fare gruppi di autocoscienza, la leadership ognuno la interpreta con la sua personalità. Chi sarà sindaco dopo di me avrà una personalità differente e interpreterà il ruolo in modo diverso. Ma se sei il comandante della nave devi fare il comandante. La nomina degli amministratori delle società partecipate: la legge le riserva al sindaco, perché deve dare un indirizzo preciso. E questo ho fatto. Non ho riunito le forze di maggioranza chiedendo i nomi».

La Valeria Mancinelli leader e combattiva che tutti conoscono – e non tutti apprezzano – emerge anche nel monito elettorale, da cui non riesce a esimersi, visto che la candidata a sindaco Ida Simonella è una sua «emanazione»: «Un cambio di amministrazione comporterebbe necessariamente un tempo, per i nuovi amministratori, per capire dove mettono i piedi. Non voglio che sia letto come un ricatto, è una constatazione. Per rispettare i tempi del Pnrr meglio che ci sia un elemento di continuità, proprio perché i tempi sono ristretti. Oltre a quello che sarà un pezzo importante del futuro della città, ci sono tanti altri progetti che vanno messi in cantiere, compreso il potenziamento delle manutenzioni ordinarie. Con le poche risorse disponibili sono stati fatti miracoli. A Silvetti posso dire che con il Mercato del Piano e quello delle Erbe spesati, le scuole già spesate, gli impianti sportivi già spesati, nei prossimi anni ci potranno essere risorse per fare, giustamente, più asfalti, marciapiedi e potature di alberi, più cura quotidiana di questa città».

Una risposta al centrodestra relativamente ai bilanci del Comune: «Il nostro bilancio è assolutamente in ordine e sta meglio di dieci anni fa, come attestano la dirigente finanze e i revisori. Non diciamo sciocchezze sennò partono le querele. Tanto che abbiamo fatto un’anticipazione di 2,5 milioni di euro a Conerobus. Quanto ai mutui, per fare investimenti abbiamo fatto mutui. Non c’è un solo Comune che faccia investimenti senza fare mutui, che Silvetti me ne indicasse uno. I mutui sono fatti apposta. Come fanno le famiglie. Al centrodestra non gli entra in testa, ma siamo disponibili a fare corsi». Cosa farà la sindaca tra pochi mesi: «Tornerò a fare l’avvocato, ma non ho mai smesso di farlo. Lo avevo detto quando mi sono candidata, che avrei continuato a lavorare, anche perché finito di fare il sindaco devo proseguire con un lavoro che mi piace. La politica? Per quanto posso continuerò. Intanto per qualche mese mi riposerò, di sicuro. E andrò al mare al Passetto».

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