Ancona-Osimo

Umberto I e Lancisi verso il primo centro cardiorchirurgico d’Italia

Per Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti: «La mobilità per motivi di salute ha ancora un segno meno davanti alla nostra regione, ma il sistema, con questi investimenti, sta cercando di cambiare la tendenza. La capacità di offerta deve essere pari alla domanda»

ANCONA – 11% in più di interventi chirurgici all’Umberto I e al Lancisi dopo la riorganizzazione partita lo scorso 1 ottobre. Il potenziamento dell’attività chirurgica sta registrando i primi risultati positivi: nel I trimestre 2016 gli interventi erano stati 4.598, nel I trimestre 2017 sono stati 5.089, 491 in più. In soli tre mesi, il potenziamento dell’attività chirurgica del Blocco Operatorio ha registrato un +17%: a novembre 2016 1.145 interventi, a febbraio 1.339. Dunque, 194 in più.

Il direttore Caporossi presenta i risultati del potenziamento delle attività chirurgiche

«Ciò è stato possibile con l’allargamento dell’attività ordinaria da 5 a 6 giorni lavorativi, quindi dal lunedì al sabato, l’applicazione delle normative, e le 135 assunzioni fatte nel 2016 – commenta Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti-. Con l’arrivo del primario di Cardiochirurgia, Marco Di Eusanio, l’attività chirurgica è aumentata del 16%. Nella chirurgia generale viaggiamo su 800 interventi mini invasivi all’anno. Dobbiamo essere altamente specializzati per evitare che le persone vadano fuori regione. Vogliamo diventare il primo centro Cardiochirurgico d’Italia. Si è invertito un trend che ha visto per anni dati invariati. La mobilità ha ancora un segno meno davanti ma il sistema, con questi investimenti, sta cercando di cambiare la tendenza. La capacità di offerta deve essere pari alla domanda. Altro fattore importante, la solidarietà nei confronti dei pazienti deve essere lo spirito che anima l’operatore sanitario».

Per quanto riguarda le 135 assunzioni, il peso maggiore è dato dal personale infermieristico. «Ciò ha permesso un aumento di 31 sedute operatorie alla settimana, il prolungamento dell’attività fino al sabato e il personale dedicato all’emergenza è garantito h24. L’effetto fondamentale è l’efficientemento del servizio e la qualità- afferma il dott. Alfredo Cordoni, direttore sanitario Ospedali Riuniti-. Dal 1 ottobre il blocco operatorio è attivo 6 giorni su 7. Il personale inferimeristico entrato in servizio il 1 febbraio dopo un periodo di formazione di sei mesi è di +6 unità nel Blocco Operatorio di Torrette, +3 nel Blocco Operatorio di Cardiochirurgia e +3 nel Blocco Operatorio del Salesi». Il Blocco Operatorio è il più ambito dagli infermieri ma è un’attività che può portare stress. «Le richieste di mobilità interna per il 2017 sono 27 su 94 infermieri del Blocco Operatorio, ovvero il 29%. Questa richiesta è avvenuta prima della modifica del turno su sei giorni lavorativi avvenuta dal 1 ottobre» riferisce Antonello Maraldo, direttore amministrativo Ospedali Riuniti.  Per quanto riguarda i malumori di alcuni infermieri sulle modifiche del turno con la riorganizzazione, il direttore Caporossi non commenta i provvedimenti disciplinari cui sono sottoposti. Sono in arrivo altre assunzioni. Il 3 aprile 2017, la Regione  ha approvato la determina 230/2017 inerente il Piano occupazionale 2017-2019. Nel 2017 sono quindi previste 214 assunzioni, nel 2018, 20. Sono previste anche le azioni di potenziamento del: stroke unit, elisoccorso notturno, unità spinale, trapianti, servizio di psicologia ospedaliero.

Come previsto dal D.lgs 150/2009, poi abrogato con D.lgs 97/2016, l’Azienda ha introdotto un questionario online sul benessere organizzativo per misurare il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori di tutti i livelli e ruoli, raccogliendo le percezioni dei singoli dipendenti. Dal 1° al 31 marzo è stato inviato il link a tutti i dipendenti per la compilazione da effettuare in forma anonima. Ad oggi sono stati compilati 730 questionari, pari al 21% del totale dei dipendenti. Dal 16 febbraio inoltre, è attivo lo Sportello d’Ascolto del disagio lavorativo rivolto a tutti i dipendenti. Il servizio, nasce su indicazione del CUG (Piano delle Azioni Positive)  ed è previsto come azione di miglioramento per la prevenzione e il contrasto dello stress-lavoro correlato. Garantisce la privacy e agisce solo mediante consenso informato. Ad un mese dall’apertura sono arrivate più di 15 richieste di aiuto da parte dei dipendenti per difficoltà di relazione con i colleghi, demotivazione professionale e prevenzione del burn-out. Sono stati pertanto avviati percorsi individuali di supporto psicologico, orientamento e monitoraggio nel tempo.

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