Ancona-Osimo

Ancona, tredici domande al candidato sindaco: Daniele Silvetti

L'intervista all'aspirante sindaco della coalizione di centrodestra (Ancona Protagonista, Rinasci Ancona, Fratelli d'Italia-Civici Ancona, Lega, Forza Italia, Udc e Civitas Civici Salvi per Ancona), che interviene su numerosi temi che riguardano la città

Daniele Silvetti

ANCONA – Tredici domande al candidato. E’ il format con cui CentroPagina si avvicina alle prossime elezioni Comunali che chiameranno gli anconetani alle urne il 14 e 15 maggio 2023, con eventuale ballottaggio due settimane dopo. Tredici temi «caldi» che abbiamo posto identici a ciascun concorrente alla poltrona di primo cittadino, o prima cittadina. Dopo Ida Simonella, Marco Battino, Francesco Rubini, Roberto Rubegni ed Enrico Sparapani, stavolta è il turno di Daniele Silvetti, candidato sindaco per la coalizione di centrodestra. Le domande, appunto sono tredici. Perché tredici? Perché è un numero particolare, magico, che porta fortuna e sfortuna al tempo stesso, e che è anche identitario, visto che tredici sono le cannelle della Fontana del Calamo, simbolo cittadino.

1) Qual è il tratto distintivo di Ancona?
«Dire che Ancona è una città con una forte identità sembra scontato, soprattutto se detto da chi, come me, ne difende i suoi tratti e le sue caratteristiche da sempre. Avere il porto direttamente nel cuore della città è sicuramente un segno distintivo che pochi possono vantare. Una vicinanza che ha avuto le sue influenze e che continua ad averle mostrandone le potenzialità. Purtroppo le ultime amministrazioni non ne hanno saputo cogliere le potenzialità appieno. E’ sicuramente, però, una città che ha bisogno di aprirsi e di aprire i suoi luoghi a chi la visita, ai suoi stessi cittadini. Attività commerciali e fruibilità cittadina possono convivere benissimo. Per farlo è necessario riflettere sulle cause dei ritardi e rilanciare una nuova visione. Sono certo che il porto possa avere un ruolo centrale per il rilancio del comparto turistico che non sia solo figlio della crocieristica ma che parta dal territorio e dalle innumerevoli testimonianze storiche».

2) Qual è il suo luogo del cuore, in città?
«La cattedrale di San Ciriaco. E’ imponente, ha un valore storico e sentimentale per la città. Nasce sul colle Guasco e domina. E’ suggestivo il solo pensiero di vederla spiccare sulla città».

3) Area marina protetta, sì o no e perché?
«Ho già spiegato perché siamo contrari all’area marina protetta. Innanzitutto bisogna tenere conto di quella che è la nostra condizione e che non partiamo da un territorio incontaminato: enti turistici, operatori, marinerie, risorse indefinite. A questo si aggiunge un problema di fruibilità di terra e di mare che va sicuramente risolto».

4) Banchina grandi navi, sì o no e perché?
«L’arrivo delle grandi navi, fino ad oggi, non ha avuto ripercussioni significative sul territorio. I visitatori non si fermano e quando lo fanno rimangono spesso delusi, non dalla città ma da una rispondenza in termini di indicazioni e di accoglienza che appare quanto mai insufficiente. Migliorando il decoro del centro, accrescendo il numero di visitatori e dando un’offerta più variegata anche con l’arrivo dei croceristi ci saranno i presupposti necessari per avere i negozi aperti e attività pronte a modificare la loro offerta».

5) Parcheggi in centro, quali soluzioni propone?
«Partirei da una ricognizione degli spazi esistenti e dallo sfruttamento dei parcheggi coperti che abbiamo. E con questo mi riferisco a parcheggi sfruttati solo in determinate fasce orarie, poi è chiaro che la riflessione si sposterà sulla creazione di un altro parcheggio coperto e della modulazione degli “spazi blu”. La libertà di movimento è molto limitata».

6) Manutenzione delle strade e del verde urbano, cosa fare?
«Bisogna agire con metodo e ciclicità. Il sistema del massimo ribasso e della concentrazione dei lavori in determinati periodi ha provocato realizzazioni eseguite in modo approssimativo e ingorghi, per non dire blocchi, in tutta la città. Impensabile continuare con questo sistema. Ripristineremo la squadra delle piccole manutenzioni e del verde che saranno rinforzate in termini di personale dipendente».

7) Quali novità da mettere in campo in tema di maggiore sicurezza per i cittadini?
«Gli incontri fatti in questo periodo con il personale della polizia locale hanno messo in luce molte carenze. E non sono io a dirlo ma le richieste di mobilità che sono state presentate. Anche in questo caso la riorganizzazione del corpo è un passo che dovremo fare nel più breve tempo possibile lavorando in sinergia con le altre forze dell’ordine perché ci sono zone della città che hanno bisogno di essere pattugliate e allo stato attuale sono invece completamente scoperte».

8) Tema giovani: cosa vogliono i giovani di Ancona, residenti e studenti fuori sede, per loro e per la città?
«Vogliono una città energica, vivace, per certi versi divertente. E anche noi vogliamo i giovani, vogliamo averli intorno, come si dice in questi casi. L’accoglienza enogastronomica sta crescendo, ora dobbiamo cercare di coinvolgerli in manifestazioni e spettacoli che li possano interessare per creare eventi che sappiano distribuire la movida in più punti della città».

9) Lotta all’inquinamento: quali sono le scelte indispensabili e prioritarie?
«Rivedere la viabilità, fare in modo che si creino le minori concentrazioni possibili di traffico moderando anche gli accessi. Mi riferisco alla creazione di zone a traffico limitato dove è possibile. Sulla sosta veloce c’è bisogno di avviare un ragionamento perché va modulata in base all’effettiva esigenza di svolgere questo tipo di mansioni nel centro città».

10) Trasporti e mobilità: metro di superficie, magari con la riapertura della stazione marittima, oppure altre opzioni?
«Siamo per la riapertura della stazione marittima da sempre. Siamo per il ripristino della linea filoviaria, siamo per dei bus navetta in grado di fare la spola tra diverse zone del centro e per tarare in base alle effettive esigenze quelli che percorreranno luoghi più decentrati».

11) Turismo, punto primo: Ancona oggi è una città attrattiva?
«‘Ad oggi non lo è. Ma non può nemmeno immaginare quante caratteristiche possiamo sfruttare. Un primo approccio con le sue potenzialità l’ho avuto al Parco del Conero, già questo basterebbe per dare un’impronta completamente differente».

12) Turismo, punto secondo: cosa le serve per crescere e diventare più attrattiva per chi viene da fuori?
«Sentirsi turistica. Non solo nell’accoglienza ma proprio nel sistema di inclusione, di predisposizione. Sicuramente il suo aspetto migliorato farà la differenza. Una volta fatto è chiaro che il confronto con le agenzie di viaggio o i maggiori network che si interfacciano con il mondo turistico saranno indispensabili per decidere quale direzione prendere».

13) Commercio: come rivitalizzare il centro cittadino e le economie di quartiere?
«Attrarre nuovi investitori fa il paio con la creazione di una città più gradevole e che spinge a visitarla. Rispettare tutti le stesse regole, armonizzare le strutture mobili all’aperto e avere una città pulita. Ne sono convinto, già questo farà la differenza».

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