Ancona-Osimo

Le danno tre giorni di vita ma si salva grazie alla donazione. La storia di Kaltrina Bunjak: «Ho ripreso la vita grazie ad un trapianto di fegato»

La giovane commessa di Foligno, a cui i medici avevano diagnosticato la malattia di Wilson, sottolinea l'importanza della donazione di organi e sangue

A sinistra Kaltrina Bunjak con la dottoressa Elisabetta Cerutti

ANCONA – «Ho ripreso la vita grazie ad un trapianto di fegato: ora sto bene e ho ricominciato la vita di prima se non meglio». Kaltrina Bunjak giovane commessa di Foligno, racconta così la sua esperienza da trapiantata.

La giovane, affetta da una malattia genetica rara, la malattia di Wilson, caratterizzata da un accumulo eccessivo di rame nell’organismo, specie nel fegato, ricorda che alla diagnosi della patologia «mi avevano dato solo tre giorni di vita, ma ho resistito per una settimana e finalmente è arrivato il fegato».

Una settimana che ha segnato la sua vita, in una corsa contro il tempo, per potersi salvare grazie alla generosità della famiglia di un donatore. Il trapianto salvavita è avvenuto all’ospedale regionale di Torrette il 2 febbraio del 2021. «È stata una impresa difficile, perché i giorni di vita erano veramente pochi – ricorda – però grazie alla donazione mi sono salvata».

Oggi Kaltrina è consapevole, come spiega lei stessa che «la vita è una e bisogna viversela in tutti gli aspetti», lei che nel giro di una settimana rischiava di non poter sopravvivere. Per questo pone l’accento sull’importanza della donazione di organi e tessuti.

«Donare è molto molto importante sia organi che sangue». spiega commossa, ricordando la sua disperazione, un sentimento che ha letto anche negli occhi dei familiari e dei medici: «Hanno visto una ragazza giovane in fin di vita, ma grazie alla donazione è arrivata una grande gioia».

La giovane è intervenuta nei giorni scorsi ad Ancona all’inaugurazione dei nuovi 8 posti letto di Terapia Intensiva presso il reparto di Anestesia e Rianimazione dei Trapianti dell’ospedale regionale di Torrette, diretto dalla dottoressa Elisabetta Cerutti.

Una occasione in cui ha ricordato «grazie alla donazione sono qui a tagliare il nastro alla nuova terapia intensiva dove immagino tutti i pazienti, spero pochi, si sentano veramente a casa».

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