Ancona-Osimo

Trapianto di rene, a Torrette numeri in crescita – VIDEO

Il Centro Trapianti, punto di riferimento e centro di eccellenza nel panorama nazionale, nonostante la pandemia segna una crescita dell'attività. Ne abbiamo parlato con il primario Andrea Ranghino

Torrette
L'ospedale di Torrette di Ancona

ANCONA – Nonostante la pandemia di covid-19 abbia imposto un rallentamento, se non uno stop alle attività ospedaliere non urgenti, all’ospedale regionale di Torrette, cresce il numero dei trapianti di rene eseguiti presso il Centro, punto di riferimento e centro di eccellenza nel panorama nazionale. A dirigere la Struttura operativa dipartimentale di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di Rene degli Ospedali Riuniti di Ancona, è il professor Andrea Ranghino.

Il Centro Trapianti nella prima fase emergenziale della pandemia aveva registrato una contrazione, a causa della sospensione dell’attività (dal 31 marzo 2020 al 13 maggio 2020) imposta per fronteggiare l’ondata dei ricoveri di pazienti positivi al covid-19, giunti all’attenzione dei sanitari dell’ospedale regionale.

Se nel 2019 il numero dei trapianti di rene si era stabilizzato intorno ai 40 interventi l’anno, nel 2020 questo si è ridotto scendendo a quota 32, dei quali uno da donatore vivente pre-emptive (ovvero prima dell’entrata in dialisi del paziente). «Il rischio di infezione da Covid19 è stato ritenuto troppo elevato in considerazione della impossibilità di garantire percorsi “puliti” all’interno dell’Ospedale – ricorda il primario – , dal reparto di Nefrologia e Trapianto Rene alla sala operatoria ed in relazione alla tipologia di trapianto che come è noto tranne che in rari casi non è salvavita».

Durante il periodo di sospensione dell’attività ai pazienti in lista è stata comunque «garantita l’opportunità di trapianto con reni da donatori marchigiani» grazie alla collaborazione con il Centro Trapianti de L’Aquila e di Roma – Policlinico Gemelli, entrambi covid-free: 26 i trapianti di rene eseguiti da donatore deceduto. Da evidenziare, come sottolinea il professor Ranghino che «nessun paziente sottoposto a intervento di trapianto renale dalla ripresa dell’attività in maggio 2020 ad oggi ha sviluppato un’infezione da Covid-19», grazie ad un notevole impegno sul fronte organizzativo che ha visto coinvolta l’intera struttura dipartimentale, in seno ad una complessiva organizzazione ospedaliera.

«Dall’inizio dell’anno il numero dei trapianti renali è in crescita rispetto al primo quadrimestre dell’anno scorso – afferma Andrea Ranghino – questo ci fa pensare, se il trend dovesse proseguire così, grazie alla generosità dei marchigiani, che a fine anno possiamo arrivare a numeri maggiori rispetto al periodo pre-pandemia». La stima è che per fine 2021 si arrivi a 60 interventi.

Andrea Ranghino, direttore Struttura operativa dipartimentale di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di Rene degli Ospedali Riuniti di Ancona

Il primario fa notare che nella fase di emergenza pandemica si è sviluppata «una maggiore generosità». L’incremento di donatori con età avanzata, registrato negli ultimi anni, ha comportato una conseguente crescita nel numero di valutazioni istologiche con biopsia renale, per garantire una maggiore sicurezza al ricevente in merito alla funzionalità dell’organo. Parallelamente si è assistito ad una maggiore percentuale di trapianti di reni da donatori anziani in riceventi giovani e grazie all’adeguamento dei protocolli immunosoppressivi è stata garantita «una ottima sopravvivenza dell’organo a breve e medio termine».

Una procedura complessa e multidisciplinare, quella del trapianto di rene, che rappresenta un tassello nell’ambito del percorso di gestione della malattia del paziente, che comporta l’impegno di «oltre 100 persone» tra nefrologi, chirurghi, infermieri, personale della rianimazione e chi esegue il coordinamento. Una attività che è stata resa ancora più complessa dalla pandemia, ma che il Centro ha affrontato creando «dei profili di sicurezza talmente ferrei che abbiamo ridotto al minimo la possibilità di avere una infezione da covid durante la degenza» e «nell’ultimo periodo ci ha aiutato anche il fatto di essere tutti vaccinati e questo è molto importante anche per la sicurezza di chi riceve l’organo».

Il Centro Trapianti dorico vanta numeri che ne attestano l’efficienza: «Le curve di sopravvivenza del paziente e dell’organo stimate con Kaplan-Meier curve – spiega – confermano la bontà del Programma di Trapianto Rene sviluppato ad Ancona. In particolare nell’ultimo periodo dal 2018 al 2020 la percentuale di rigetti acuti è stata sensibilmente inferiore rispetto ai dati di letteratura».

Gli ultimi dati del Registro Italiano di Dialisi e Trapianto (2018), confermano una prevalenza significativamente superiore rispetto alla media nazionale di pazienti trapiantati sul totale dei pazienti con End-Stage Kidney Disease (malattia renale terminale). «A questo risultato il Centro Trapianti Rene di Ancona contribuisce in modo significativo trapiantando oltre il 60% dei pazienti marchigiani» terminali. I pazienti a Torrette arrivano anche da fuori regione, tanto che più del 30% dei trapianti di rene viene eseguito su malati che arrivano da altre regioni.

«Grazie alla generosità dei marchigiani, riusciamo a gestire al meglio le risorse e a fare il massimo per valutare gli organi dei donatori, utilizzandoli tutti, e mettendo in lista di trapianto tutte le persone candidabili a trapianto».  Nella struttura sono state già state trapiantate 500 persone, dall’apertura del centro, avvenuta nel 2005: «Quest’anno arriveremo sui 600 trapianti eseguiti – prosegue -, mentre in lista di trapianto attiva abbiamo attorno ai 130 pazienti su un totale di 300 persone in valutazione, un volume molto alto». A Torrette nel 2018 è stato avviato il trapianto renale da donatore vivente con prelievo d’organo tramite tecnica chirurgica miniinvasiva.

Non solo trapianti, come sottolinea il primario, la struttura si occupa anche del trattamento delle persone affette da patologia renale, per evitare che queste arrivino alla dialisi o al trapianto, «è una parte molto importante della nostra attività, che viene sottolineata anche dal fatto che siamo tra le nefrologie sul territorio marchigiano che procedono al maggior numero di approcci biotici: quasi l’80% delle biopsie renali vengono eseguite a Torrette». La sfida è quella della diagnosi precoce della malattia renale per evitare che questa degeneri.

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