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Marche e contagi, Acquaroli: «Numero enorme di casi, mancano risorse e tecniche per il tracciamento»

Il punto con il presidente della Regione Acquaroli anche nell'ottica del passaggio in zona arancione. In evidenza le problematiche legate al tracciamento

ANCONA – «Se la domanda è avete dato un indirizzo per aumentare le riconversioni dei posti letto per i pazienti covid per non andare in fascia arancione la riposta è no». Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli è stato categorico sulla questione.

Parlando con i giornalisti a margine della seduta del Consiglio regionale di ieri, mercoledì 19, aveva preannunciato l’imminente passaggio in zona arancione per le Marche, da lunedì 24 gennaio o al più tardi dal 31 gennaio, spiegando tuttavia che l’ampliamento dei letti dedicati ai malati Covid non è stato adottato per abbassare le percentuali che fanno scattare il passaggio nella fascia di rischio successiva.

Ad oggi nelle Marche i posti letto nei reparti di terapia Intensiva sono complessivamente 256 (implementati recentemente) e 1.012 quelli in area medica. Per passare dalla zona gialla all’arancione occorre sforare tutti e tre i parametri previsti, ovvero l’incidenza che deve oltrepassare i 150 casi su 100mila abitanti (le Marche sono a 2.549 casi su 100mila abitanti), una percentuale di posti letto nelle terapie intensive sopra il 20% e le Marche sono al 21,5%, oltre al tasso di ricoveri in area medica che deve oltrepassare il 30% e la regione è arrivata al 29,1%, praticamente ad un soffio.

«Bisogna essere seri e non trovare lo strumento per aggirare una norma – ha detto Acquaroli ai cronisti -. E questo significa che siamo in grado, come personale e come strutture, di garantire un determinato numero di posti letto, e quello è». In ogni caso ha spiegato che «se le aziende ospedaliere riterranno strategico, importante e funzionale fare delle operazioni, questo è nella loro autonomia, ma non c’è alcun indirizzo politico in questa direzione».

Intervenendo sul tema del tracciamento, ha affermato «credo che il governo debba prendere atto che tracciare i contatti di 7mila persone, come dovrebbe avvenire nelle Marche, significa contattare circa 21mila cittadini, cioè un’intera città di medie dimensioni: non abbiamo né le risorse umane, né le minime disponibilità tecniche».

Cos’è il tracciamento? Per contact tracing (tracciamento dei contatti) si intende l’attività di ricerca e gestione dei contatti, ovvero delle persone venute a contatto con un caso di positività confermata al Covid; è una misura che consente di isolare gli eventuali casi secondari e interrompere la catena di trasmissione del virus.

Con oltre 5mila positivi, Acquaroli fa notare che «tante persone stanno sfuggendo e sfuggiranno al tracciamento: abbiamo ogni giorno un numero enorme di positivi e spero che prevalga il buonsenso, andando a riconoscere la sintomaticità della malattia e la tipologia dei sintomi, attraverso l’aiuto dei tecnici».

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