Ancona-Osimo

Torrette, la terapia intensiva si svuota dai covid. Gli infermieri ballano la Haka

La caposala della Clinica di Rianimazione degli Ospedali Riuniti di Ancona ricorda il periodo della fase emergenziale, il grande lavoro svolto dagli infermieri e il rapporto stretto con i familiari dei pazienti che, dice, «Ci sono entrati nel cuore»

L'ospedale regionale di Torrette di Ancona

ANCONA – «La fase due per noi non è iniziata il 4 maggio, ma quando gli ultimi pazienti sono usciti dalla terapia intensiva». Valentina Bendelari, caposala della Clinica di Rianimazione degli Ospedali Riuniti di Ancona, descrive così la gioia provata nel momento in cui l’area Covid 5 di Torrette, quella della rianimazione, si è svuotata dagli ultimi degenti, nella giornata di martedì.

Una gioia condivisa dai “suoi” infermieri che hanno postato su Facebook un video che li riprende mentre ballano la Haka, la danza rituale propiziatoria Maori dei neozelandesi.

https://www.facebook.com/sacha.pacini/videos/3851527511588244/

«Siamo felici che sia finita – prosegue la caposala -. È stato un periodo molto faticoso per tutti gli infermieri e per gli operatori sanitari che si sono rimessi in gioco per la difficoltà nell’assistere pazienti così gravi. È stato un evento importante per tutti».

Tre mesi molto duri da quando il 5 marzo scorso la Rianimazione fu trasformata in area covid e «in una settimana abbiamo dovuto riassestare tutto il reparto» ricorda la caposala. Una fase emergenziale che ha visto infermieri, medici e tutto il personale sanitario vivere blindato nei reparti covid.

«Abbiamo vissuto per tre mesi come dentro un bunker, ci parlavamo attraverso le radioline e dovevamo restare vestiti per ore con indosso tute e dispositivi di protezione» sottolinea, spiegando che nonostante agli infermieri sia stato chiesto davvero molto, questi «hanno risposto tutti in maniera eccellente».

Nel picco della fase emergenziale la caposala si è trovata a gestire 25 nuovi infermieri, tra neoassunti dall’Azienda ospedaliera e provenienti da altri reparti, alcuni dal blocco operatorio, altri dalla terapia intensiva cardiochirurgica. Un periodo vissuto avendo i pazienti e le loro famiglie sempre nel cuore.

«I pazienti me li ricordo tutti, uno ad uno. Ogni paziente ci è entrato nel cuore e continuiamo ad averli nel cuore» spiega, ricordando con commozione le videochiamate fatte dagli infermieri, con i loro cellulari, ai telefoni dei familiari dei pazienti. Con i dimessi siamo rimasti in comunicazione, molti hanno i nostri numeri e ci tengono aggiornati su come stanno». Un gesto, quello delle videochiamate ai familiari, che veniva dal grande cuore degli infermieri, che come spiega Valentina Bendelari, «hanno dato il massimo».

«Sono orgogliosa di loro e mi rendo conto della fatica – prosegue la caposala -, e spero che tutto questo ci serva per essere pronti: ci siamo dovuti reinventare, ma già oggi sapremo come affrontare una situazione del genere. Se dovesse verificarsi di nuovo saremmo pronti».

Grande gioia e soddisfazione per la chiusura dell’area Covid 5 anche da parte del professor Abele Donati, primario della Clinica di Rianimazione di Torrette: «I pazienti sono diventati negativi – spiega – e sono stati trasferiti in area pulita, dove li stiamo autonomizzando dal respiratore. Siamo molto contenti di aver chiuso, questo periodo è stato molto duro. Ricominciamo l’attività normale, pronti a riconvertirci in area covid nel caso di una seconda ondata». Nel periodo del picco, nella terapia intensiva di Torrette sono stati ricoverati una settantina di pazienti.

Ti potrebbero interessare