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Torrette, il covid allenta la presa sul Pronto Soccorso. Contucci: «Cauto ottimismo»

Nell'ultima settimana sono diminuiti gli accessi di pazienti positivi e si è ridotta l'attesa per un posto letto. Il punto con il primario del reparto

ANCONA – «La situazione è in miglioramento, il che ci porta ad avere un cauto ottimismo, ma non siamo covid-free». A parlare è Susanna Contucci, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette. La pandemia nell’ultimo periodo sta allentando gradualmente la sua morsa nelle Marche, dopo che la terza ondata ha raggiunto il suo picco intorno al 12 marzo.

Nell’ultima settimana sono diminuiti gli accessi di pazienti positivi e «la permanenza nel Pronto Soccorso si è ridotta – afferma la dottoressa Contucci – : anche ieri (9 aprile, ndr) abbiamo avuto 11 accessi di pazienti covid, ma adesso abbiamo più disponibilità di posti letto nei reparti».

Il primario evidenzia che la sala Tac esterna dedicata ai pazienti positivi al virus «ci consente di abbreviare i tempi di diagnosi» e che «una buona percentuale di pazienti riusciamo a dimetterla dal Pronto Soccorso, tra il 40 e il 50%». Se nei giorni scorsi mediamente c’erano 22 pazienti positivi al virus in attesa di un posto letto, con i reparti saturi, adesso «questo numero si è gradualmente ridotto, dimezzandosi».

Un quadro in miglioramento che però «non consente di abbassare la guardia: anche se l’affanno si è ridotto, dobbiamo ancora stare molto attenti».  Difficile, secondo la dottoressa Contucci, dire se il miglioramento sia più legato alla campagna vaccinale che prosegue o alla fasce in discesa della curva pandemica per le restrizioni adottate.

«Ritengo che sia legato più di tutto alla zona rossa, che ha spinto molte persone a stare più attente – spiega – è forse anche un fatto psicologico, ma la realtà è che non è finito nulla, la pandemia è ancora presente. Questo virus ci ha insegnato che ha fasi di picco che sfuggono alla nostra comprensione e controllo, serve più che mai attenzione. Credo che ne avremo ancora per un mese: dobbiamo continuare a stare attenti e vaccinare il più possibile».

L’età media delle persone che arrivano al Pronto Soccorso con il covid-19 è tra i 30 e gli 80 anni, «una forbice molto ampia: continuiamo a vedere soprattutto pazienti con diagnosi già fatte e questo è positivo perché significa che non sono nuovi positivi che necessitano di ricovero e che questi sono gestiti sul territorio. Sono sporadiche le diagnosi di covid-19 che eseguiamo qui in Pronto Soccorso». «La sensazione – conclude – è che siamo in una fase di discesa, ma dobbiamo ancora tenere la guardia alta».

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