Ancona-Osimo

Terza ondata Covid, Clementi: «Picco a metà marzo, poi decremento»

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano fa il punto sulla situazione dei contagi anche nelle Marche. Ecco cosa ci ha detto

Massimo Clementi
Massimo Clementi, direttore Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano

ANCONA – «Terza ondata o ripresa dell’ondata precedente, sta di fatto che la nuova crescita dei contagi è determinata dalla circolazione della variante inglese che si sta sostituendo al virus precedente». Il virologo Massimo Clementi interviene così sull’escalation di nuove infezioni da covid-19 che sta interessando le Marche e in particolare le province di Ancona e Macerata, ma più in generale anche il resto del Paese.

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano nel sottolineare che il virus che stava circolando in Italia prima dell’arrivo della variante inglese era esso stesso una variante che si era sviluppata con l’arrivo del virus dalla Cina all’Europa.

Una variante, quella inglese, che ricorda «non è più patogena, ma molto più diffusiva e questo è alla base sia dell’aumento dei contagi che della diffusione a tutte le fasce d’età della popolazione». Se infatti, come fa notare il virologo, prima il covid-19 colpiva prevalentemente le persone anziane, ora si è diffuso in maniera trasversale.

Un “comportamento” «abbastanza tipico dei virus che cercano di adattarsi all’organismo umano e di sfuggire al fatto che aumenta il numero delle persone che hanno sviluppato gli anticorpi». Ma chi ha contratto il virus nella variante precedente ora rischia di essere nuovamente contagiato? «Studi anche recentissimi, come quello della Columbia University, dimostrano che mentre non tutti gli anticorpi monoclonali proteggono bene dalla variante brasiliana, tutti i soggetti che hanno già avuto l’infezione precedentemente e si sono vaccinati con Moderna e Pfizer sono protetti anche dalla variante brasiliana».

Secondo il virologo «chi è stato infettato può stare tranquillo, sia per la variante inglese che per le altre: non deve fare una doppia dose di vaccino, ma tra i 3 e i 6 mesi dalla malattia può fare una singola somministrazione». Per il professor Clementi il picco della terza ondata si avrà nelle Marche, come in Italia a metà marzo. Successivamente «si dovrebbe assistere ad un decremento».

Fondamentale sarà la vaccinazione. «Abbiamo perso un po’ di tempo» osserva riferendosi sia al quadro nazionale che a quello più strettamente marchigiano. «Occorre procedere rapidi perché nel momento in cui una parte della popolazione resta senza anticorpi il virus continua a circolare». A provocare questo quadro, secondo il virologo potrebbe essere stato anche un certo «rilassamento nei riguardi delle misure di prevenzione e la stanchezza della popolazione, alle prese con la pandemia da un anno».

Il professor Clementi fa notare che mentre l’Italia è in affanno con una forte ripresa dei contagi, in Israele il primo ministro ha comunicato l’uscita del Paese dalla pandemia. «Da qui a un mese è previsto l’arrivo di numerosi vaccini, ma il problema sarà somministrarli. Ho abbastanza fiducia – afferma – dal segnale giunto dal generale Figliuolo (nuovo commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, ndr) che ha eliminato le primule sostituendole ai tendoni militari, leziosità di cui l’attuale situazione non necessita». L’obiettivo, conclude, è vaccinare «tutti gli over 60 entro giugno, e poi pensare anche ai ragazzi, nessuno ne parla, ma anche loro dovranno essere immunizzati».

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