Ancona-Osimo

Sviluppo, lavoro, salari: convegno Cgil ad Ancona. Re David: «Italia arretrata perché ha molto lavoro precario»

La segretaria nazionale Cgil, nel capoluogo per il convegno promosso dal sindacato. E dice: «Urgente un piano energetico»

Un momento del convegno della Cgil ad Ancona

ANCONA – «Rispondere alla grande disuguaglianza e al grande impoverimento delle persone, da una parte rinnovando i contratti che non sono stati rinnovati» e dall’altra «icon l salario minimo, che non è in contraddizione con i contratti, ma anzi, pensiamo che sia una spinta in avanti da questo punto di vista, siamo d’accordo sul cuneo fiscale che deve andare tutto ai lavoratori». Così le priorità delineate dalla segretaria nazionale Cgil, Francesca Re David, ad Ancona per il convegno “Sviluppo, lavoro, salari: il ruolo della contrattazione nelle Marche” promosso dal sindacato al Ridotto delle Muse.

«Siamo d’accordo sul cuneo fiscale che deve andare tutto ai lavoratori – ha detto – , alle imprese sono già stati dati molti, molti soldi, naturalmente questo significa che il fisco deve andare a prendere le risorse da un’altra parte, non che deve abbattere lo stato sociale che ora è tutto a carico dei lavoratori». «Urgente» secondo la segretaria nazionale Cgil «un piano energetico, altrimenti ci troveremo in autunno con il razionamento; vorremmo che finalmente questo governo discutesse di politiche industriali, perché fino ad adesso non lo ha mai fatto», ma anche «di lavoro naturalmente».

La segretaria nazionale Cgil ha evidenziato che «in Italia c’è il lavoro più precario d’Europa, stiamo raggiungendo delle vette incredibili: ci sono orari di lavoro di otto ore a settimana, oltre ad essere precari anche con orari cortissimi». «Il governo – ha aggiunto – ha dato alle imprese molti soldi, non c’è nessuna condizionalità rispetto al lavoro precario e le imprese stanno assumendo solo a termine». «L’inflazione che c’è adesso – ha aggiunto -, non è certo una inflazione per gli alti salari» e l’Italia «è arretrata perché ha molto lavoro precario», una questione che influisce «per oggi e per domani, perché i lavoratori poveri hanno contributi poveri, avranno pensioni povere e non alimentano neanche le risorse per chi è pensionato oggi. Si deve intervenire su questo in modo urgente».

Sul piano strutturale annunciato da Draghi per un maggior coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro, Re David ha fatto notare che «anche nel Pnrr c’erano molti impegni sulle donne e sui giovani, ma finché gli impegni sono “titoli” e non sono condizioni precise, naturalmente rimangono “titoli”. La precarietà colpisce in particolare le donne, i giovani, il Mezzogiorno e i lavoratori stranieri, quindi dire che si incentiva l’occupazione femminile, ma non c’è uno stato sociale che sostiene questo impegno, dagli asili in poi, e non ci sono vincoli sulle assunzioni, per esempio rispetto alla composizione del mercato del lavoro di un territorio, e così via, naturalmente sono impegni sull’acqua», La speranza di Cgil è quella che «il governo voglia finalmente entrare nel merito delle cose».

Sentita sul confronto di ieri tra governo e sindacati, su contrattazione, salario minimo e redditi, Re David ha spiegato ai cronisti che le parti sociali hanno «chiesto che ci siano provvedimenti non ‘a bonus’, ma strutturali e abbiamo chiesto di discutere, perché le persone hanno bisogno di risposte oggi, non a gennaio, quando ci sarà la finanziaria». Poi ha precisato tuttavia che «sui contenuti ancora non abbiamo visto nulla». «Ci è stato fatto un elenco dal presidente del consiglio, elenco che naturalmente anche i sindacati hanno allargato rispetto alle questioni da trattare: precarietà, salario e anche salario minimo, politiche industriali, automotive, siderurgia, tim e poi le questioni delle pensioni e quelle che riguardano il cuneo fiscale e così via».

Inoltre, ha spiegato che ci sarà un nuovo incontro con Draghi intorno al 26-27 luglio, prima che il governo prenda dei provvedimenti. Il segretario generale Cgil Marche, Giuseppe Santarelli entrando nel merito delle vicende regionali ha spiegato che «è tempo di rimboccarsi le maniche: non ci possiamo rassegnare al declino. Le Marche vivono una situazione economica pesante, aggravata dalla guerra e dall’aumento dei costi delle materie prime. È già allarme sociale, la povertà è in aumento, i salari così bassi non consentono una vita dignitosa: presto, tutto questo esploderà. Ecco perché è importante la contrattazione: è la leva tramite cui rilanciare i nostri settori manifatturieri. E sul tema dello sviluppo sarebbe importante aprire un tavolo di confronto permanente».

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