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Superbonus 110%, nelle Marche aperti 3.173 cantieri. Boccetti, Fillea Cgil: «Misura utile, ha rimesso in moto edilizia»

Il governo ha già annunciato che non prorogherà la misura, ma intanto il Superbonus 110% ha rimesso in moto il comparto dell'edilizia. Ecco i dati

Immagine di repertorio

ANCONA – Sono 3.173 i cantieri aperti nelle Marche per il Superbonus 110% (dato al 31 maggio 2022). La misura varata dal governo nel 2020 prevede interventi per l’efficientamento energetico degli edifici (Ecobunus) e per l’adeguamento sismico (Sismabonus). 944 sono i condomini che hanno richiesto i lavori per un investimento di 494.808,52 euro, 1.566 gli edifici unifamiliari per un investimento pari a 110.558,09 euro e 1.203 le unità funzionalmente indipendenti per 91792,13 euro.

«La misura si è mostrata utile – spiega Daniele Boccetti segretario regionale Fillea-Cgil – ed ha contribuito a rimettere in moto l’edilizia, un settore che soffriva da anni, e che tradizionalmente trascina con sé una filiera di altri comparti, fra i quali la metalmeccanica».

Daniele Boccetti

Ora però dal governo è giunta la notizia che non ci sarà una proroga del Superbonus 110%. «C’è stata la volontà di non prorogare il provvedimento – aggiunge il sindacalista – e quindi si va verso la scadenza della misura, ma si potrà ancora chiedere il Superbonus 110% entro il 2022 per le abitazioni unifamiliari ed entro giugno 2023 per i condomini, dopodiché non sarà più possibile accedere».

Boccetti ricorda che «il provvedimento è nato sulla scorta della normativa europea e dunque è una misura assolutamente condivisibile, forse sarebbe stato più utile uno sgravio minore con una durata più prolungata nel tempo, per dare modo alle aziende di organizzarsi».

Il sindacalista riferisce infatti che «specie le aziende sottodimensionate, nella “fiammata” di richieste che si è registrata, hanno dovuto provvedere all’assunzione di personale in brevissimo tempo per provvedere alla gestione dei numerosi cantieri aperti, per questo, in alcuni casi, è stato assunto anche personale non formato, con il rischio di far impennare gli infortuni sul lavoro».

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