Ancona-Osimo

Ancona su Linea Blu. Il conduttore Gallo: «L’infanzia a Numana e quel mare stupendo con nonna»

La puntata in onda sabato (21 ottobre), su Rai 1. «Gli anconetani sono fantastici, mi hanno sempre accolto bene. Ho intervistato Giovanna Spina agli Archi. Da piccolo? Chiedevo di salire sui pescherecci»

Fabio Gallo (foto ufficio stampa Rai)

ANCONA – Ci accompagnerà alla scoperta delle bellezze di Ancona, Fabio Gallo. Il conduttore di Linea Blu, su Rai1, ha registrato uno spin off sulla pesca la scorsa estate (in collaborazione con Federpesca). Noi di CentroPagina.it ne avevamo già dato notizia in anteprima (clicca qui).

«Ho dei ricordi meravigliosi legati alla mia infanzia, quando con nonna Leonarda andavamo a Numana a trascorrere il periodo estivo». Raggiunto al telefono, Gallo parla della quarta e ultima puntata di Linea Blu Discovery, quella che – appunto – andrà in onda sabato (21 ottobre), alle 14.

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Un tuffo sulla costa adriatica centro-settentrionale, alla scoperta di quelle che ancora oggi sono probabilmente le due marinerie più importanti del nostro Paese, Ancona e Chioggia. Lì ci sarà la collega Giulia Capocchi. «Finalmente, erano 15 anni che volevamo fare una trasmissione insieme», fa lui. Gallo sarà nel capoluogo marchigiano, il cui porto è una città nella città, un sistema perfettamente organizzato in grado di garantire a tutta la comunità marinara lavoro e benessere. Dopo aver raccontato una battuta di pesca con la tecnica della volante a coppie, visiterà il mercato del pesce azzurro, incontrando le donne della pesca di Ancona e parlando di sostenibilità con un ricercatore del Cnr.

Il conduttore di “Linea blu”, Fabio Gallo, al Passetto di Ancona

Gallo, le è piaciuta Ancona?
«Io la adoro. E adoro soprattutto gli anconetani. Mi hanno sempre accolto bene, con loro ho un rapporto ottimo da sempre».

E con le Marche?
«Devo dire io che regione sono le Marche? Al di là del Conero, il fiore all’occhiello di questa regione, io le Marche le conosco per la costa. Ho scoperto (non con sorpresa) una qualità dei servizi molto buona. E poi dal punto di vista naturalistico voglio sfatare il luogo comune che l’Adriatico sia un mare piatto e chiuso. Secondo me, non ha nulla da invidiare a molte parti del Tirreno, benché dal punto di vista oleografico, morfologico e geografico sia un po’ più costante».

Se dico mare?
«Penso a mia nonna Leonarda».

Che nonna è stata, la sua?
«Lei era nata e cresciuta sul Tirreno, però aveva una passione infinita per Numana. E quindi facevamo due settimane all’anno in Riviera, in estate. Ci sono stato dai 4-5 anni fino agli 11 anni. Mi divertivo come un pazzo, ogni anno rivedevo gli amichetti del mare che arrivavano da ogni parte d’Italia».

Cosa le ha insegnato?
«Era una donna di una sana ironia, molto cinica. Non la classica romana compagnona e allegra. Però, aveva un’ironia meravigliosa, mi trattava come un principe».

Un principe con la passione per i pescherecci…
«Sì (ride, ndr). Quando ero piccolo, chiedevo ai pescatori di portarmi con loro. Portavo la canna da pesca e uscivamo al largo. A distanza di anni, quelle stesse persone le ho intervistate per Linea Blu. E ogni volta che salgo su un peschereccio, dopo un po’, mi trattano come uno di loro».

Numana, qui Gallo trascorreva le estati con nonna Leonarda

Lei è un bravissimo conduttore: c’è un programma che vorrebbe fosse suo?
«No, perché al momento sto facendo esattamente ciò che sognavo. Però, in futuro, mi piacerebbe una trasmissione di interviste faccia a faccia».

Ad Ancona, dove avete girato?
«Al Passetto e alla Mole Vanvitelliana. Ho intervistato la signora Giovanna Spina, una vecchia conoscenza. Ci incontriamo sempre quando vengo dalle vostre parti».

Prosegua…
«L’intervista si è svolta agli Archi, sotto i portici. Lei, 70 anni, è una di quelle donne che permettono ai mariti di andare in mare e pescare. Vede, le donne, nel settore del pesce, non godono né di un ruolo riconosciuto né di un trattamento economico adeguato. Per non parlare della pensione. Siamo ancora molto indietro. Non pensavo fossimo ridotti a questo punto. Eppure, quando si sbarca il pesce, sono loro a curare l’organizzazione, i banchi per la vendita, le aste. Bisognerebbe sfatare il luogo comune “dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna”. Loro sono davanti a noi uomini. Ed è ora che lo capiscano tutti. Se i nostri pescatori hanno insegnato il mestiere agli abitanti degli oceani, è perché a terra c’era una buona base che lavorava».

Una base di donne?
«Esatto. E la cosa incredibile è questo atteggiamento quasi medievale nel riconoscimento del ruolo professionale della donna nella pesca. Nell’agricoltura sono stati riconosciuti femminili fondamentali, ma nella pesca no. Solo ora qualcosa pare muoversi, ma lentamente. Quando il pesce arriva a terra, 9 volte su 10, è trattato da una donna. Che è anche moglie, madre, sorella».

Senta, lei parla molto bene. Ha fatto teatro?
«Sì, l’ho portato avanti negli anni dell’università, quando studiavo per diventare tecnico ortopedico. Poi, ho fatto un salto nel vuoto ed eccomi qua. Quello che ho imparato, lo devo soprattutto al teatro. Tutti dovrebbero fare recitazione e frequentare i palchi. Ma un ruolo importante, per me, l’ha avuto anche ʻUnomattinaʼ, dove ho fatto praticamente di tutto, una lunga gavetta. Che poi, alla fine, è sempre utile».

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