Ancona-Osimo

Ancona, stop alla ciclabile degli Archi. Forse trasloca a Marina Dorica. Opposizione e ambientalisti: «È un grave errore»

Il Comune dà lo stop, l'opposizione e Legambiente attaccano. Il consigliere Francesco Rubini (Aic): «Si sta confondendo l’uso ludico e turistico della bicicletta con quello legato alla mobilità alternativa»

La ciclabile degli Archi (fonte Fb consigliere Rubini)

ANCONA – La pista ciclabile degli Archi? «È indispensabile per la mobilità in bicicletta». Lo dice senza mezzi termini il circolo naturalistico Legambiente – Il Pungitopo di Ancona. E sulla questione interviene pure la politica, con Altra idea di città (Aic) che commenta: «Si sta confondendo l’uso ludico e turistico della bici, anch’esso importante, con quello più strettamente legato alla mobilità alternativa».

Il circolo esprime «contrarietà e grande preoccupazione» allo stop della ciclabile degli Archi». Gli ambientalisti spiegano che «si tratta di un progetto già finanziato e in fase di  progettazione esecutiva, uno dei cardini delle ipotesi del Pums (Piano urbano della mobilità  sostenibile) e del collegato Biciplan. Un collegamento – ribadiscono – indispensabile per la città e la qualità della vita dei cittadini». 

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Pare che l’amministrazione voglia far passare la ciclabile sotto il porto collegando Marina Dorica. Ma «le altre ipotesi di nuovi tracciati ventilate sulla stampa sono tutte da vagliare, difficili da realizzare  nel breve periodo e non possono sostituire il percorso già programmato. La stessa ciclabile di via  Mattei, percorsa giornalmente da molti lavoratori, andrebbe completata e innestata in quella degli Archi, come previsto». 

Certo è che anche la città sta vedendo un incremento del numero di bicilette e monopattini elettrici. «Ancona, anche con l’enorme diffusione di bici elettriche, è tutt’altro che città ciclabile. L’uso della bicicletta sta da anni entrando nelle abitudini di molti anconetani, che la usano oltre che per fare sport o divertirsi, come un vero mezzo di trasporto che non inquina, che decongestiona il traffico e permette di vivere al meglio la città».

«L’asse che collega la stazione a piazza della Repubblica e al Passetto viene percorso quotidianamente da centinaia di cittadini. Per lavoro, per recarsi a scuola o all’università, per fare acquisti o accedere ai servizi del centro. In una recentissima campagna (a fine settembre 2023) di Legambiente, denominata Giretto d’Italia, realizzata in collaborazione con 36 comuni italiani  per monitorare l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro, Ancona nonostante tutto ha contato di prima mattina 250 passaggi nei 3 punti di rilevamento in città». 

Ciclabile a tratti in via Marconi

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Rincarano la dose da Legambiente: «L’eventuale stop a questo progetto rappresenterebbe un grave errore. Si esporrebbero inoltre i cittadini che continuano a percorrere in bici il tratto stazione-centro, fino alla difficile realizzazione  di un percorso alternativo comunque molto diverso e non interconnesso, ai seri pericoli che ci sono attualmente. Realizzare quel percorso vuol dire inoltre pensare allo sviluppo turistico di Ancona, ai tanti che  percorrono via Marconi e via XXIX Settembre provenienti dalla stazione e diretti al porto per imbarcarsi, o ai tanti che arrivano ad Ancona col treno che trasporta gratis le biciclette, per girare il  centro città, ammirarne le bellezze e usufruire dei servizi di ristorazione. Potenziare una mobilità sostenibile e sicura in una città meno caotica e pulita, come dimostrano città grandi e piccole che hanno intrapreso questa direzione, offre molte più risposte anche alle attività economiche rispetto alla difesa a oltranza dei parcheggi in centro città. Ci vogliono anche coraggio e vedute lungimiranti». 

Insomma, per loro, «la pista ciclabile degli Archi non va fermata ma deve diventare l’asse su cui innestare gli altri percorsi ciclo-pedonali, come Torrette – stazione (antico sentiero del Borghetto) e il passaggio ciclo-pedonale  dal Piano San Lazzaro a via Paolucci (ciclovia per Portonovo)». 

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«Noi, dal canto nostro – sostengono dal circolo – siamo disponibili ad un confronto di idee con l’Amministrazione su questi temi e auspica che  riprenda e prosegua il percorso partecipativo previsto e avviato da tempo sul Pums con tutti gli stakeholder».

«Che la pista ciclabile di via XXIX settembre non fosse un capolavoro lo abbiamo detto un po’ tutti, ma era stato comunque un segnale – fa sapere il consigliere comunale Francesco Rubini – Il Comune dice che la smantellerà entro 50 giorni per sostituirla (forse) con un’altra che dovrebbe collegare, utilizzando le viabilità portuale, Marina Dorica alla Banca d’Italia».

Francesco Rubini, Aic

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«Se così fosse – prosegue Rubini – riteniamo che si stia confondendo l’uso ludico e turistico della bicicletta, anch’esso importante, con uno più strettamente legato ad mobilità alternativa e cioè di una città dove il cittadino possa usare la bici non solo per fare la passeggiata la domenica, ma anche, e soprattutto, come mezzo di trasporto quotidiano (e in questo senso collegare con una pista l’asse piano – stazione – centro – passetto risulta assolutamente non rinviabile). Se a tutto questo aggiungiamo che questa stessa amministrazione ha annunciato di volere rinunciare ai fondi Pnrr per il tracciato ciclabile ˊstazione – Torretteˊ, con conseguente rischio di fine del bellissimo progetto di riqualificazione del sentiero del Borghetto, la situazione non è certo delle migliori. Per quanto ci riguarda – concludono da Aic – riteniamo un grave errore quello dell’amministrazione. Un errore che rischia di far perdere l’ennesimo treno verso il futuro a questa città».

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