Ancona-Osimo

Spese in Consiglio regionale 2008-2012, la Cassazione ha annullato le condanne di Spacca e Bugaro

La Corte Suprema ha annullato il verdetto di condanna emesso nel 2021 a carico dell'ex vice presidente dell'Assemblea legislativa Giacomo Bugaro e dell'ex presidente della Regione Gian Mario Spacca

La sede della Regione Marche

ANCONA – La Cassazione ha annullato le condanne di Spacca e Bugaro emesse in relazione alla vicenda delle spese in Consiglio regionale tra il 2008 e il 2012. La Corte Suprema, riporta l’Ansa, ha annullato il verdetto di condanna emesso nel 2021 a carico dell’ex vice presidente dell’Assemblea legislativa Giacomo Bugaro al quale era stato inflitto un anno e mezzo, e dell’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca e un anno e 8 mesi, pena sospesa, dalla Corte d’appello di Perugia.

La Cassazione ha rinviato gli atti alla Corte d’appello di Firenze per un nuovo procedimento. Erano stati chiamati in causa in 60, tra ex consiglieri e addetti ai Gruppi, nel procedimento in cui si contestava l’utilizzo di fondi pubblici per attività non prettamente legate a quella consiliare dei Gruppi: le indagini erano state svolte della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Ancona.

Nella prima tornata procedimentale, davanti al gup, in 55 avevano scelto il rito ordinario e cinque l’abbreviato tra i quali Spacca e Bugaro, altre tre persone sono state poi assolte in seguito. Per i primi 55 il proscioglimento decretato dal gup era stato annullato dalla Cassazione, dando vita a un nuovo procedimento poi ‘spezzettato’ tra rito ordinario e abbreviato, questi ultimi conclusi tra assoluzioni e una prescrizione.

Per Spacca e Bugaro, assoluzioni in primo grado e in appello ad Ancona, revoca parziale dell’assoluzione in Cassazione, nuova condanna nell’appello bis di Perugia per spese residue ammontanti a qualche centinaia di euro e, infine, revoca della condanna in Cassazione. Gli atti adesso passano alla Corte d’appello di Firenze. I legali dei due, gli avvocati Maurizio Barbieri e Davide Toccaceli di Ancona, riferisce Ansa, confermano che al momento non si conosce ancora la motivazione del verdetto.

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