Ancona-Osimo

Sciopero generale, dalle Marche in più di 1.200 a Roma. Barbaresi: «Adesioni alte nelle principali aziende delle Marche»

Adesione alta nelle principali aziende della regione allo sciopero generale dei trasporti e industria. A Roma delegazione di lavoratori e sindacati. Al centro del dibattito anche la vertenza Caterpillar

ANCONA – «Adesioni alte nelle principali aziende delle Marche allo sciopero generale». Così la segretaria generale di Cgil Marche, Daniela Barbaresi di rientro dalla manifestazione a Roma che ha visto scendere in campo Cgil e Uil per protestare contro la manovra 2022 del governo.

Nelle Marche incrociano le braccia i lavoratori di trasporti e industria, fra questi anche alcune importanti imprese del territorio, una su tutte la Caterpillar, la multinazionale con stabilimento a Jesi che ha annunciato la chiusura della sede che da lavoro a 260 persone oltre all’indotto.

E uno striscione che richiama la vertenza questa mattina campeggiava alla manifestazione a Roma, dove si sono recati in più di 1.200 tra lavoratori e sindacati (Cgil e Uil) da tutte le province delle Marche. «È stata una manifestazione molto bella e partecipata – spiega Barbaresi – un segnale importante per rimarcare l’importanza dei temi oggetto dello sciopero».

Lotta alla precarietà del lavoro, fisco equo, pensioni, scuola, politiche industriali, lotta alle delocalizzazioni, occupazione per giovani e donne, e non autosufficienza Sono le questioni sul tavolo, che hanno spinto i sindacati a tornare in piazza.

Un momento della manifestazione a Roma

«Il governo ci ha convocato per lunedì sulla previdenza – aggiunge – speriamo che arrivino risposte soddisfacenti». Intanto Barbaresi scendendo nel merito dell’adesione alla sciopero nelle principali imprese delle Marche, come Fincantieri e Caterpillar nell’Anconetano e Poltrona Frau nel Maceratese parla di adesione alta. Inoltre sul caso Caterpillar rimarca che «sia Landini che Bombardieri hanno richiamato ripetutamente la vertenza» durante la manifestazione.

«Impressiona la scelta di andare a produrre fuori per ragioni di profitto – aggiunge, riferendosi alla Caterpillar –  fa riflettere su come è cambiato il tessuto imprenditoriale marchigiano che un tempo vedeva un legame con il territorio, mentre oggi ci sono multinazionali che dall’oggi al domani decidono di mollare tutto. Decisioni sconcertanti e in antitesi al modello marchigiano fatto di sviluppo e coesione sociale tra sistema produttivo e territorio. Occorre ripensare un nuovo modello di sviluppo che possa sostituirsi a quello passato e che coniughi ripresa e coesione sociale».

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