Ancona-Osimo

Sciopero degli infermieri, disagi negli ospedali

L’adesione allo sciopero proclamato dal sindacato NurSind, nelle Marche è stata molto alta. Frogioni: «I disagi si sono verificati soprattutto nelle sale operatorie, nei servizi domiciliari e poliambulatoriali». Caporossi: «Abbiamo avuto delle proteste da parte delle persone ma la situazione è sotto controllo»

Foto d'archvio

ANCONA- Contratto bloccato da 9 anni, indennità ferme e condizioni di lavoro insostenibili: gli infermieri quest’oggi (23 febbraio) hanno incrociato le braccia, inevitabili i disagi per i pazienti. L’adesione allo sciopero proclamato dal sindacato NurSind, nelle Marche è stata molto alta così come in tutta Italia.

«Abbiamo messo in atto tutto quello che è previsto in questi casi, i disagi ci sono. Questa mattina abbiamo avuto delle proteste da parte delle persone ma la situazione è sotto controllo» commenta Michele Caporossi, direttore generale Ospedali Riuniti di Ancona.

Dalle Marche sono partiti ben quattro pullman alla volta di Roma per la manifestazione di protesta in piazza Santi Apostoli. «I disagi si sono verificati soprattutto nelle sale operatorie, nei servizi domiciliari e poliambulatoriali ma il NurSind ha proclamato lo sciopero nei tempi dovuti ed è stata nostra premura avvertire i cittadini dei possibili disagi. Dovevamo far sentire la nostra voce al Governo ma purtroppo non ci ha ascoltato- afferma Elsa Frogioni, segretaria Territoriale NurSind Ancona-. Purtroppo Cgil, Cisl e Uil hanno voluto firmare il nuovo contratto, non siamo affatto soddisfatti. La parte retributiva è indegna: l’indennità notturna è confermata a 2,74 euro lordi all’ora, ci sono 16 euro di differenza tra il turno della mattina e quello della notte. Nei giorni festivi, a Natale e a Pasqua, la paga è di 34 euro l’ora. Ci sono poi ulteriori deroghe sulle condizioni di lavoro che consentono turni senza il riposo delle 11 ore, l’aumento dell’orario settimanale fino a 48 ore anche per 12 mesi, mobilità impraticabili per il veto del nulla osta aziendale».