Ancona-Osimo

Ancona, c’è la Scientifica in piazza Cavour, ma è solo divulgazione: «Ecco come lavoriamo»

Un gazebo in piazza circondato dal nastro bianco rosso, di quelli che si vedono sulle scene del crimine. Decine i curiosi, soprattutto giovani: «Chiedono come si entra nella Scientifica»

La Polizia Scientifica tra la gente (foto d'archivio)

ANCONA – Ci sono sempre stati, loro: dal delitto del catamarano, di via Crivelli, al caso della donna morta sotto un cavalcavia di Ancona fino all’omicidio di via Maggini, per non parlare dei fatti di Pescara. Insomma, la Scientifica di Ancona – competente per il territorio di Marche e Abruzzo – c’è sempre stata. In prima linea, pronta ad intervenire. Sopralluoghi, clic di macchine fotografiche che scattano su corpi privi di vita. Unghie, capelli, numeri e lettere sui luoghi del delitto.

La Polizia Scientifica in piazza Cavour

È questo il lavoro dei sopralluoghisti e dei tecnici della Scientifica, il reparto della Polizia di Stato che ad Ancona, ieri 29 gennaio), era presente in piazza Cavour. Un incontro con e per la cittadinanza, voluto dal questore dorico, Cesare Capocasa: «La Polizia di Stato vicina e tra la gente, per costruire insieme un percorso di legalità e sicurezza e riappropriarsi degli spazi urbani».

Chi non si ciba di serie tv non può capire cosa si celi dietro un mestiere così difficile. «Ultimamente, in televisione credo venga rappresentato abbastanza bene ciò che facciamo. Non vedo grossi errori, fuorché i tempi. D’altronde, in un film non puoi raccontare 18 ore di rilievi» – ironizza il Commissario Gaetano Rizza, del Gabinetto interregionale della polizia Scientifica. È stato lui, insieme ad altri colleghi, ad accogliere i curiosi davanti al gazebo di piazza Cavour.

Il pick up della Polizia, dalle 16 alle 20, ha richiamato molti curiosi

Un pubblico soprattutto di giovani. «Chiedono come si entra in questo reparto, sono molto curiosi». Incontri che permettono di instaurare e rinsaldare il rapporto coi cittadini. Per noi, il Commissario apre il furgoncino, un pick up di quelli usati «sulle scene del crimine più complicate», perché altrimenti basta una valigia con dentro tutto il necessario.

Dalle 16 alle 20 – dicevamo – in tanti si sono ritrovati in piazza, vicino al nastro bianco rosso per ammirare giubbotti antiproiettile, provette, buste e materiale vario. Su un televisore, persino uno spot che spiega il duro lavoro della Scientifica. In questo reparto, fondato nel 1903, lavora qualsiasi professionista: dal chimico al biologo, passando per l’ingegnere elettronico e arrivando al matematico. Parola d’ordine: specializzazione.

Il Commissario Rizza mostra l’attrezzatura custodita nel furgoncino della Scientifica

Ogni figura, la sua professionalità. Ogni competenza, la sua mansione. In tanti si sono chiesti come mai un furgone della Scientifica fosse circondato di agenti con la scritta ˈSquadra sopralluoghiˈ, ma niente paura, almeno per questa volta non c’è da spaventarsi. La cronaca nera rimane fuori.

«La Scientifica si occupa di indagini tecniche, è un intervento di secondo livello – illustra il Commissario. Una volta accaduto un fatto, ne vanno assicurate le prove». Prove che finiscono in buste di carta o di plastica, a seconda del tipo di reperto. Tutto è destinato alla Magistratura. Ogni reperto è tracciato». Un lavoro minuzioso, appassionante e faticoso. In campo, ci sono tecnologie sempre più evolute e rigidi protocolli d’azione.

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