Ancona-Osimo

Sanità riabilitativa privata, sciopero e sit-in dei lavoratori ad Ancona. Pintucci, Cgil: «Occorre accordo sui salari»

In Piazza del Plebiscito sindacati e lavoratori per accendere ancora una volta i riflettori sulla situazione di fisioterapisti, Oss e infermieri che lavorano nelle strutture private delle Marche

ANCONA – La pioggia non ha fermato la mobilitazione della Fp Cgil e della Uil Fpl sulla sanità riabilitativa privata che ha visto una giornata di sciopero e un sit-in nel cuore di Ancona. In Piazza del Plebiscito si sono ritrovati i sindacati e i lavoratori fianco al fianco per accendere ancora una volta i riflettori sulla situazione di fisioterapisti, Oss e infermieri che lavorano nelle strutture private delle Marche.

Al sit-in erano presenti i lavoratori del gruppo Kos Care, della Lega del Filo d’Oro, Abitare il Tempo e della Don Gnocchi. Al centro della protesta, che va avanti da oltre un anno, la questione salariale: i dipendenti di queste strutture infatti a pari percorso formativo e mansione, rispetto ai colleghi che lavorano nel pubblico arrivano a guadagnare fino a 400 euro in meno al mese.

«Il primo incontro con la Regione lo abbiamo avuto nel settembre del 2021 – ricorda il segretario regionale Fp Cgil Matteo Pintucci – per cercare di risolvere questa situazione. gli stipendi di questi lavoratori sono fermi al 2008». Oltre a sollecitare la giunta regionale, i sindacati avevano interessato anche il prefetto di Ancona Darco Pellos, il quale era intervenuto sulla questione segnalandola «al governo centrale».

«L’impegno della Regione era stato quello di individuare risorse regionali da trasferire sulle retribuzioni dei lavoratori – spiega Pintucci – ma poi non c’è stato l’accordo con la parte datoriale, in quanto le imprese chiedevano un aumento delle tariffe di prestazione, mentre la Regione voleva stanziare le somme come budget per i lavoratori».

La situazione resta in stallo e intanto oggi l’adesione allo sciopero è stata elevata a dimostrazione dell’interesse dei lavoratori alla questione tanto che si è attestata «oltre l’80%» spiega Pintucci, segnalando che «occorre giungere ad un accordo».

    

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