Ancona-Osimo

Sanità Marche, i camici bianchi chiedono tavolo di confronto permanente. Borromei: «Bisogna fare presto»

Il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona, Fulvio Borromei, rimarca la necessità di un confronto sulla sanità marchigiana, vittima nell'ultimo ventennio di un processo di razionamento

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ANCONA – «La classe medica, stremata da due anni drammatici trascorsi in trincea, in un contesto sanitario come quello attuale rischia di non poter più essere in grado di rispondere alle esigenze di cura della collettività. Anche perché arriva fiaccata da ben 20 anni di mancata programmazione vera, sia a livello centrale che regionale, fondamentale per permettere al medico di essere compiutamente medico». Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona, Fulvio Borromei, rimarca la necessità di un tavolo di confronto regionale permanente per intervenire sulla sanità marchigiana, vittima di un «razionamento» messo in atto invece di una «razionalizzazione» per cui occorre «correre ai ripari prima che sia troppo tardi».

Secondo il presidente dei camici bianchi dorici «la questione medica comprende una miscellanea di problematiche che si sono stratificate nel corso dell’ultimo ventennio e che derivano da una politica che ha sempre agito razionando le risorse anziché razionalizzandole».

Fulvio Borromei e Roberta Chersevani (immagine di repertorio)

Una strategia che ha messo «i medici nella condizione di non poter più fare il loro lavoro. Fino ad oggi il sistema ha tenuto perché il senso di responsabilità della categoria ha sopperito alle mancanze». In tal senso il presidente Borromei rimarca la «carenza di sostituti, in pediatria e in medicina generale, come ad esempio per le colleghe che vanno in maternità. Spesso non ci sono stati sostituti neppure quando alcuni medici di medicina generale e pediatri hanno avuto il Covid e sono stati costretti a lavorare da remoto pur di non abbandonare i loro pazienti. Pensiamo ai medici dei Pronto Soccorso, che continuano a lavorare spesso senza pause e supportati da medici di altri reparti per sopperire alla carenza».

Se «i medici si sono sostenuti a vicenda» non si può più «pretendere l’impossibile da una classe medica che si è dimostrata tutta egregia nella pandemia. O forse abbiamo già dimenticato i tanti colleghi morti per il Covid e le loro famiglie? Chiediamo di aprire un confronto serio con i poteri decisionali perché si rischia il collasso».

Tante le criticità poste sul tavolo dal dottor Borromei, fra queste la carenza di «tutors medici, per cui sono a rischio a breve la laurea abilitante in medicina e il corso specialistico in medicina generale». Secondo il presidente dei camici bianchi è necessario «rivedere gli organici, stabilire meglio le funzioni, organizzare nuove turnazioni. Ma anche più borse di studio, più attenzione all’habitat lavorativo e meno burocratizzazione della professione, per restituire finalmente al medico quel tempo clinico che sta alla base del rapporto con i pazienti: sono solo alcuni dei tanti nodi da sciogliere prima che sia davvero troppo tardi».

Cambiare il metodo politico e reingegnerizzare la sanità, sono alcune delle proposte avanzate, anche nell’ottica delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Pnrr, in arrivo: «Mi piacerebbe che ci fosse un Pnrr anche per il medico, che invece non c’è, mentre lo si vuole sempre più amministrare. Auspichiamo che dopo la terribile parentesi della pandemia si abbia la volontà vera di inserire i medici nel confronto, fattivamente e non solo a parole. Senza partire dal particolare non si può pensare di risolvere il generale. Noi come Omceo di Ancona, e anche insieme a tutti gli altri Ordini delle Marche, ancora una volta, siamo a disposizione. Ma bisogna far presto».

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