Ancona-Osimo

Feste più salate nelle Marche. Macerata sesta in Italia per pranzi e cenoni, seconda con Ascoli per il caro elettrodomestici

Nella classifica del Codacons Macerata indossa diverse maglie nere, oltre a quella per cenoni e elettrodomestici, c'è anche quella dei rincari per l'abbigliamento e per le bevande alcoliche

Immagine di repertorio (Pixabay)

ANCONA – Macerata, Ancona e Ascoli Piceno, sono le città delle Marche dove il Natale sarà più caro a tavola, nei ristoranti, per le ‘bollicine’ e nei negozi di abbigliamento. Emerge dalla fotografia scattata dal Codacons che ha tracciato una mappa dei rincari che investiranno pranzi e cenoni delle feste e tutto quanto vi ruota attorno, rielaborando gli ultimi dati Istat sull’inflazione.

Guardando la classifica guidata da Cosenza con un +17,4%, tra le marchigiane spicca Macerata che con un +16,1% si piazza al sesto posto in Italia per i prezzi più salati di pranzi e cenoni, (dopo Cosenza 17,4%: Olbia-Tempio 16,6%; Catania 16,4%; Grosseto 16,2%; Pistoia 16,1%), mentre è al quarto posto (+9,6%) per le bevande alcoliche (in testa alla classifica Grosseto e Livorno a pari merito + 10,2%). I rincari non riguardano solo i beni alimentari: Macerata è al quarto posto in Italia anche per i prezzi più cari dell’abbigliamento (+6,4%), articoli che vengono spesso messi sotto l’albero di Natale come regalo (prima di Macerata, Imperia 8,3%: Belluno 7% e Piacenza 6,8%).

Ancona invece è la tre città italiane in cui si registrano i rincari più forti sul fronte delle bevande alcoliche, è al quinto posto (+9,3%). I maggiori aumenti per quanto concerne gli elettrodomestici e gli apparecchi per la casa vedono ancora Macerata indossare la maglia nera, ma a farle compagnia c’è anche Ascoli Piceno. Le due marchigiane sono al secondo posto +10,1%, in testa alla classifica ci sono parimerito tre città Roma, Arezzo e Livorno, tutte con un +10,2%.

Per quanto riguarda i rincari nella ristorazione non c’è nessuna città marchigiani in testa alla classifica: nella top ten ci sono infatti Viterbo 12,4%; Cosenza 11%; Trento 10,5%; Olbia-Tempio 10,3%; Palermo 10,1%; Gorizia 10%; Verona 9,9%; Forlì-Cesena 9,9%; Pistoia 9,7%; Siena 9,2%; Lecco 9,2%.

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