Ancona-Osimo

Riapertura scuole in zona rossa, Crepet: «Il danno all’infanzia e alla gioventù avrà un costo notevole»

Dal 7 aprile potranno tornare sui banchi gli studenti fino alla prima media in rosso, in arancione anche quelli fino alla terza media e al 50% alle superiori. Abbiamo chiesto al noto psichiatra che pensa di queste differenziazioni

ANCONA – Dal 7 aprile niente più scuole chiuse in zona rossa. Dopo Pasqua gli alunni di asili, elementari e prima media potranno tornare sui banchi. Il via libera è arrivato dalla Cabina di regia in seguito al miglioramento dei dati. Nei territori arancioni potranno tornare in classe anche gli studenti fino alla terza media e in presenza al 50% quelli delle superiori.

Una riapertura accolta positivamente dallo psichiatra Paolo Crepet, convinto sostenitore della didattica in presenza, che fa notare come gli studenti siano rimasti a casa per troppo tempo e che «per un bambino un anno» trascorso a seguire le lezioni in didattica a distanza «è come se fosse 5 anni per un adulto».

«Abbiamo conferito un danno all’infanzia e alla gioventù che avrà un costo notevole, eppure sembra che nessuno se ne accorga» spiega lo psichiatra e scrittore «almeno diciamogli che esiste ancora una scuola, perché può darsi che qualcuno di loro non ci creda neanche più».

Sul ritorno in classe differenziato in base alle fasce di colore in cui sono collocate le regioni, Paolo Crepet afferma «qualcuno ci spiegherà che differenza c’è tra la prima e la seconda media» e traendo spunto dalla cultura gastronomica marchigiana aggiunge di avere l’impressione di essere di fronte ad «un brodetto di cinismo, sadismo, indifferenza e egoismo».

Costretti a seguire le lezioni per ore dietro lo schermo di un computer o di un tablet, senza vivere quell’interazione con il resto della classe e con i docenti, che rappresenta un patrimonio nel processo di formazione, lo psichiatra evidenzia che gli studenti corrono il rischio di sviluppare la On-line Brain Syndrome.

Si tratta, ci spiega, ci una sindrome descritta per la prima volta dagli psichiatri australiani prima della pandemia, ed è legata «all’uso continuativo di tecnologie digitali».

Studi che sono stati pubblicati su riviste internazionali di psichiatria, sottolinea Crepet, facendo notare che «si parla di Sputnik (il vaccino contro il covid, ndr) che per ora non ha avuto una recensione nelle riviste internazionali e non si parla di cose che forse ci danno più fastidio come la On-line Brain».

Fra gli effetti di questa sindrome ci sono una sorta di «demenza, calo della memoria breve, difficoltà a concentrarsi, incapacità di correggere il proprio comportamento, un atteggiamento isolazionista e depressivo oppure un atteggiamento aggressivo». Come fa notare Crepet più si va avanti con una politica di chiusura delle scuole e «più si svilupperà».

«Chi pagherà per questi danni prodotti ai giovani? – si domanda – Se un chirurgo sbaglia un intervento ha delle responsabilità: questa è una evidente sequenza di malattie che potevano essere evitabili, eppure non lo abbiamo fatto».

Proprio nella giornata di ieri nelle Marche e in altre 60 piazze italiane i Comitati Priorità alla Scuola si erano mobilitati insieme ai Cobas per dire no alla didattica a distanza.

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