Ancona-Osimo

Affidi nelle Marche, Nobili: «Rafforzare la rete di protezione sociale»

Nel 2019 sono stati 530 gli interventi e 879 i minori ospitati nelle comunità. Un dato sostanzialmente stabile. Il punto ad Ancona con il Garante dei Diritti dei Minori

Da sinistra Marangoni, Rosselli, Nobili, Mastrovincenzo e Santarelli

ANCONA – Sono 530 gli interventi di affido familiare di minori eseguiti nel 2019 nelle Marche, oltre l’80% dei quali di tipo giudiziale e la modalità maggiormente attivata è quella eteroparentale a tempo pieno ovvero nell’ambito della famiglia. È la fotografia scattata dal Report stilato dall’Ufficio del Garante dei Diritti dei Minori presentato questa mattina, venerdì 10 luglio, a Palazzo Leopardi alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo del dirigente del Servizio politiche sociali della Regione Marche, Giovanni Santarelli del presidente del Coordinamento regionale delle comunità educative, Andrea Marangoni, e del presidente dell’associazione “Famiglie per l’accoglienza”, Massimo Orselli. Presente anche il consigliere regionale, Marzia Malaigia.

I DATI – Il numero degli affidi è in crescita rispetto al 2018 quando i minori collocati fuori dalla famiglia di origine erano 462 e rispetto al 2017 quando invece erano 457. Otto gli interventi di affido relativi a minori stranieri non accompagnati eseguiti nel 2019, mentre un 5,2% dei bambini e degli adolescenti che trovano accoglienza fuori dalla famiglia sono disabili (nel 2018 erano 24 su 462), un dato in lieve decrescita rispetto agli anni precedenti. Affidi che a volte si prolungano nel tempo anche oltre i 4 anni specie nella fascia d’età 11-17 anni: il 33% degli affidi sono infatti andati oltre i 4 anni, il 22% da 2 a 4 anni, il 21% da 1 a 2 anni e il 24% sono durati meno di 1 anno. La maggior parte di questi interventi (69%) vengono chiesti per bambini e adolescenti di nazionalità italiana e solo il 31% per bambini stranieri. La provincia più attiva su questo fronte, è quella di Ancona, mentre la più attrezzata in merito alle strutture è quella di Pesaro Urbino.

Da evidenziare che la maggior parte degli affidi arriva intorno agli 11-14 anni (27%), il 26% tra 6-10 anni, il 19% tra 15-17 anni, il 16% oltre i 18 anni, il 9% fra 3 e 5 anni e infine il 3% tra 0 e 2 anni. «Un modello positivo quello dell’accoglienza nelle Marche – osserva il Garante dei Diritti della Persona Andrea Nobili – Quello dei minori fuori dalla famiglia è sicuramente un tema importante sul quale tanto si è investito, tanto si è fatto e tanto si può ancora fare, capendo com’è cambiato il contesto, quali situazioni si sono presentate e quali sono le emergenze».

Andrea Nobili, Garante dei Diritti

Nobili nell’evidenziare i nodi presenti nel sistema dell’accoglienza ha sottolineato che questi sono legati «a una dinamica di carattere riparativo, mentre invece bisognerebbe intervenire prima, registrare prima quali sono  i contesti e le difficoltà in cui si trovano bambini e ragazzi, e dato che, l’allontanamento è una misura patologica, occorre intervenire lavorando sulla famiglia, e qual’ora sia inevitabile l’allontanamento è necessario continuare a lavorare sulla famiglia affinché il minore possa tornare nella famiglia, questo è l’elemento su cui occorre lavorare di più».

Per il Garante è necessario rafforzare la rete di protezione sociale, i consultori e occorre incrementare il numero di operatori e psicologi, «serve una rete di protezione che tenga conto dei tempi più difficili che viviamo rispetto al passato e con meno risorse».

Un ambito, quello degli affidi che sconta il disinvestimento operato a livello di Governo centrale, ha evidenziato Nobili, dove «abbiamo visto ridursi i finanziamenti. Un settore delicato che da una parte vede meno risorse e dall’altra vede una crescita delle emergenze». Insomma servono maggiori investimenti.

Un momento della presentazione del Report del Garante dei Diritti

Nobili ha poi spiegato che in questo contesto, una risorsa fondamentale è rappresentata dalle “reti” di famiglie affidatarie che nelle Marche sono 9, accanto a queste poi ci sono le comunità che vedono sul territorio 70 strutture residenziali, dove sono ospitati 879 minori, il 46% dei quali italiani e il 54% stranieri. Due le comunità terapeutiche, a Macerata e Pesaro, che svolgono accoglienza agli adolescenti affetti da disturbi comportamentali e da patologie di interesse psichiatrico e che nel 2019 hanno accolto 72 ragazzi.

Nobili ha evidenziato anche i punti di forza del sistema di accoglienza nelle Marche che «ha saputo fronteggiare adeguatamente anche l’emergenza epidemiologica con nessun caso covid nelle comunità». «Nel complesso – spiega – dobbiamo riconoscere la competenza degli operatori, il valore sociale e solidaristico della rete delle famiglie affidatarie» ha dichiarato nel ribadire l’importanza della vigilanza nelle strutture che «deve essere puntuale e costante».

Il Garante ha rimarcato la necessità di proseguire con i tavoli di confronto già attivati a livello regionale con le autorità giudiziarie e i coordinamenti delle strutture di accoglienza e delle associazioni familiari per l’affidamento, intensificandoli.

Antonio Mastrovincenzo, presidente Assemblea Legislativa delle Marche

«Nelle Marche – spiega il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo – ho potuto appurare personalmente incontrando le reti delle famiglie affidatarie che c’è una grandissima attenzione a questo tema» ma ha anche ribadito la necessità di lavorare sulla prevenzione insieme alle famiglie, alle strutture e al terzo settore.

Massimo Rosselli  nel suo intervento ha rimarcato l’importanza delle associazioni che raggruppano le famiglie affidatarie e ha invocato un confronto con le politiche sanitarie. Andrea Marangoni ha invece posto l’accento sull’importanza della prevenzione e di intervenire in maniera più tempestiva. Infine ha sottolineato che va migliorata la fase di inserimento dei minori nelle strutture che durante la loro vita sperimentano spesso diversi trasferimento dalle famiglie alle strutture, spostamenti che «danneggiano irreversibilmente la mente dei nostri bambini».

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