Ancona-Osimo

Nodi della sanità regionale: per Art.1-Mdp Piano Sanitario e liste di attesa

Il movimento politico spinge l'acceleratore sul Piano Socio Sanitario e sulla riforma degli ospedali di comunità. Ribadita anche la necessità di risolvere la questione dei tempi di attesa, della delega regionale alla sanità e di porre attenzione al fondo di solidarietà

sanità, medicina, dottori

ANCONA – Piano sanitario che si fa ancora attendere, riforma degli ospedali di comunità mai completata, liste di attesa che non diminuiscono, delega alla sanità da rassegnare e questione fondo di solidarietà. Sono queste le priorità e insieme i nodi critici della sanità evidenziati dal consigliere regionale di Art.1-Mdp Gianluca Busilacchi e dal coordinatore regionale Massimo Montesi.

Il movimento politico nel fare il punto sui servizi sanitari regionali spinge l’acceleratore sul Piano Socio Sanitario evidenziando la necessità di condivisione tra le forze politiche di un documento così importante: «Il Piano Sanitario non può essere la somma degli atti che sono già stati realizzati- precisa Massimo Montesi – ma deve partire dai bisogni dei cittadini ed essere condiviso il più possibile. Prima si misurano i bisogni di salute e poi sulla base di questi si attuano le scelte».

Contestata anche la riforma degli ospedali di comunità mai ultimata e che secondo il movimento politico ha lasciato molte aree delle Marche sprovviste di servizi di diagnostica,  pronto intervento, e post acuzie, tra le quali ad esempio Matelica e Recanati. Cittadine dove ex ospedali sono stati retrocessi ad ospedali di comunità e case della salute.

Il movimento ha poi evidenziato la necessità di assegnare la delega della sanità, trasferendola da Ceriscioli ad un assessore regionale. «Nelle scelte sanitarie occorre la dovuta attenzione – ha sottolineato Montesi – non devono prevalere i tecnici, le scelte devono essere politiche. Il governatore deve concentrarsi sull’emergenza terremoto».

Altro nodo critico evidenziato quello delle liste di attesa, che il movimento ha analizzato rifacendosi allo studio Sanità Bene Comune realizzato recentemente da Cgil, Cisl e Uil. «Una questione ancora più drammatica e intollerabile nelle fasce povere della popolazione – ha precisato Massimo Montesi – è offensivo per i cittadini che nel pubblico ci siano tempi lunghi, mentre nel privato con lo stesso medico si può ottenere la prestazione in una settimana. Occorre intervenire con coraggio e determinazione sull’intramoenia, come stanno già facendo alcune regioni come la Toscana, perché un professionista non dovrebbe utilizzare i macchinari degli ospedali pubblici per espletare la sua attività privata. Il nostro obiettivo è migliorare la sanità e rispondere ai bisogni dei cittadini. La nostra non è un’azione contro la maggioranza, ne una questione politica, ci occupiamo dei problemi concreti dei cittadini».

Gianluca Busilacchi

«Finora come forza di maggioranza, su un tema così importante come la sanità, ci siamo impegnati nel fare proposte e nell’organizzare riunioni interne – precisa Gianluca Busilacchi – ma dal momento che spesso le nostre richieste sono cadute nel vuoto, inizieremo ad avanzare delle critiche costruttive anche con una evidenza esterna, perché ci sono diversi ritardi e cose che non vanno come dovrebbero nella sanità marchigiana e quindi vogliamo contribuire alla maggioranza non nascondendo la polvere sotto il tappeto, ma avanzando pubblicamente un’analisi e alcune proposte per l’interesse dei marchigiani su un piano così importante come la sanità».

Intanto il consigliere regionale Busilacchi sta lavorando anche su un altro fronte, quello che lo vede schierato in difesa di anziani, disabili e non autosufficienti. Proprio per queste categorie fragili ha presentato nell’ultima seduta del consiglio regionale due interrogazioni con le quali ha chiesto che venga posta la massima attenzione alle politiche regionali su questo tema. In particolare Busilacchi ha chiesto di verificare capitoli di spesa, interventi specifici e numero dei destinatari dei provvedimenti.

Nella prima interrogazione il consigliere ha chiesto di conoscere il numero delle persone disabili e affette da problemi di salute mentale, ricoverate in strutture residenziali protette, per le quali è scattato l’onere della compartecipazione alle spese per il servizio e per cui dovrebbe intervenire il Fondo di solidarietà: «È indispensabile – ha detto – conoscere il numero dei potenziali beneficiari di questa misura per gli atti programmatori, ma anche mantenere l’impostazione originaria del Fondo, destinato a tutti i non autosufficienti e non indirizzarlo solo ad alcuni o a specifici tipi di struttura».

L'aula del Consiglio Regionale
L’aula del Consiglio Regionale

Busilacchi non ritiene soddisfacente la risposta del presidente Ceriscioli su questa misura definita dal governatore «comunque adeguata e di grande qualità» perché consentirà di incentivare i Comuni che investono di più nel sociale. «Bisogna far attenzione a non tramutare il Fondo di solidarietà per i non autosufficienti in altra cosa – ha affermato Busilacchi – come evidenziato giustamente nel parere del CAL (Consiglio autonomie Locali), che rileva che la misura venga ora limitata ai soli soggetti con problemi di salute mentale. Una priorità importante, considerato il ritardo marchigiano nel settore, ma che non può esaurire l’intervento del Fondo di solidarietà, nato per un altro motivo, cioè sostenere la compartecipazione alla spesa di anziani, disabili e non autosufficienti».

In un’altra interrogazione, Busilacchi chiede di sapere il numero complessivo su base regionale e per distretto sanitario di anziani in lista di attesa per un posto di residenza protetta (anziani e demenze) convenzionato e residenza sanitaria assistenziale. «Conoscere il numero esatto delle persone in attesa di un posto in queste strutture – rileva Busilacchi – è punto di partenza fondamentale per poter modulare al meglio gli interventi assistenziali programmati».

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