Ancona-Osimo

Rebus scuola, Cgil Marche: «Manca personale»

A quattro giorni dal ritorno sui banchi il sindacato fa il punto sui tanti nodi critici che rischiano di mandare in tilt il sistema. Il quadro della situazione

Immagine di repertorio

ANCONA – È una corsa contro il tempo quella per la riapertura delle scuole. Tante le criticità ancora sul tavolo, fra personale, aule e trasporti. A lanciare l’allarme sui nodi ancora in piedi è Lilly Gargamelli segretaria generale Flc Cgil Scuola. A preoccupare sindacati e famiglie è in primis la carenza di personale a vari livelli, da quello docente a quello amministrativo.

«Mancano 30 direttori dei servizi generali amministrativi nelle scuole normodimensionate – spiega la Gargamelli – , nella corsa convulsa e affrettata per riaprire le scuole sono stati nominati 18 nuovi presidi, ma per l’altro profilo professionale non si è fatto altrettanto: ci sono facenti funzione, ma bisogna provvedere al più preso a queste nomine perché si tratta di una figura molto importante che si occupa degli impegni di spesa».

A questo si aggiunge il sistema informatico per l’assegnazione delle cattedre che è andato in tilt nel Maceratese creando disagi e qualche ritardo nella corsa contro il tempo, visto che il 14 settembre, data prevista per il ritorno a scuola, è dietro l’angolo. «Il sistema informatico è indubbiamente utile, ma è stato realizzato in maniera molto affrettata e i docente di terza fascia hanno problemi per gli errori nei flag durante la procedura per scegliere l’istituto». Senza contare che le dichiarazioni inserite dovranno poi essere passate al vaglio per quanto riguarda l’attendibilità.

La sindacalista accende i riflettori su una questione che sta passando in sordina, quella degli insegnanti di sostegno, una categoria che risente di una carenza cronica di personale che rischia di essere ulteriormente accentuata, dal momento che sul tavolo c’è anche un’altra questione spinosa, quella dei docenti fragili, ovvero con patologie pregresse che stanno chiedendo l’esonero per questo anno scolastico per evitare il rischio di una infezione da covid-19 che metterebbe seriamente a rischio la loro salute.

«Le chiamate ai docenti sono partite in questi giorni, non sappiamo ancora l’entità della carenza di questi profili, ma ipotizziamo che sia molto elevata anche perché – prosegue – le graduatorie sono esaurite». Alla Regione sono arrivati 42 milioni di euro dallo Stato per l’assunzione di insegnanti e personale Ata». Nelle Marche, con la call veloce, potevano essere assunti 1.798 docenti che da precari potevano passare di ruolo, ma di fatto sono solo 456 quelli assunti. I restanti potevano arrivare da fuori regione, ma di questi solo 7 hanno raccolto l’appello, quindi mancano ancora 1.335 docenti. Un’occasione importante per il mondo della scuola, ma molti docenti hanno preferito non spostarsi dalla propria regione, probabilmente perché «chi sceglie di spostarsi deve poi restare in quella destinazione per 5 anni». Mentre sul fronte dei docenti fragili osserva che si tratta di una questione «molto rilevante: la ministra Azzolina ha minimizzato molto il problema, ma le richieste che stanno arrivando sono molto numerose».

Quale pensa sarà lo scenario lunedì, al suono della campanella? «Il timore è che nonostante abbiamo lavorato tutti con tanta buona volontà, rinunciando anche alle ferie per garantire la riapertura il 14, in questi giorni abbiamo notizia che in alcune scuole delle Marche sono ancora in corso interventi di edilizia rilevanti, come l’eliminazione di tramezzi. Questo significa che bisognerà ripetere nuovamente la sanificazione degli ambienti scolastici».

Ma in piedi c’è anche il nodo trasporti: «In molte zone delle Marche non sappiamo ancora se ci sarà un raddoppio delle corse, mentre ci risulta che alcuni genitori stanno provando ad organizzarsi in maniera autonoma rivolgendosi ai piccoli autotrasportatori per portare e prendere i figli a scuola». Un ulteriore elemento di preoccupazione per le famiglie, che va a sommarsi a tante altre criticità che alimentano un quadro di incertezza su quello che ci aspetta in autunno e in inverno, quando è attesa una nuova esplosione di contagi.

«Nessuno ne parla, ma accanto ai docenti fragili, c’è anche il problema degli alunni con fragilità e quindi a rischio», poi la questione del responsabile covid, la nuovo figura prevista dal Ministero, di raccordo con gli operatori sanitari del Dipartimento di prevenzione, per la quale i sindacati chiedono di provvedere alla nomina di personale aggiuntivo.

Dulcis in fundo, la didattica a distanza: «Alcuni istituti hanno già annunciato che il 50% delle lezioni avverranno con questa modalità, questo ci preoccupa non poco perché significa che avremo metà dei ragazzi in aula e un’altra metà dietro uno schermo».  «Stiamo lavorando tantissimo per far ripartire in presenza la scuola – conclude – ma nonostante le dichiarazioni rassicuranti della ministra Azzolina sul fatto che sembra tutto in ordine, in realtà non è così e siamo molto preoccupati».

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