Ancona-Osimo

Ancona, la qualità dell’aria? «Qui situazione pessima, via XXIX Settembre è la più inquinata»

"Italia nostra" e "No fumi" illustrano i risultati di alcune rilevazioni eseguite a livello nazionale: «La centralina al parco della Cittadella è una farsa». Ecco perché

Associazioni unite contro l'inquinamento

ANCONA – «La qualità dell’aria di Ancona è pessima». È questo, in sintesi, il risultato della rilevazione effettuata da ˊItalia nostraˊ e da ˊNo fumiˊ insieme ad altre associazioni a livello nazionale sulla qualità dell’aria nei porti italiani. «Il risultato è che la città – ribadisce Maurizio Sebastiani, presidente di Italia nostra – come sapevamo dal piano inquinamento di Ancona del prof Bonifazi, è pessima».

«In uno dei 5 siti indagati viene superato per un mese e mezzo, tutti i giorni, il picco massimo previsto dall’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità, ndr) il biossido di azoto, l’NO2 e in un altro sito, l’ex stazione ferroviaria marittima ci avviciniamo molto a quei limiti. Ciò conferma che area portuale e area di confine, via XXIX Settembre in particolare che è il punto più inquinato di Ancona, versano in una situazione pessima».

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Le soluzioni? «Andare avanti con lo spostamento del porto commerciale e con il ˊnoˊ al molo croceristico sul molo Clementino, che vorrebbe dire inquinare ancora di più. Il prof Bonifazi – ribadiscono i vertici di ˊItalia nostraˊ – ha fatto delle proiezioni sul fatto che lì ormeggiassero le navi da crociera (Msc) e si vede che con i venti da nord e da nord ovest l’inquinamento della città aumenterebbe».

«Sarebbero 110 i morti in più rispetto a quelli attesi dovute al fatto che i livelli di inquinamento sono superiori ai livelli previsti dall’Oms». Sì ai «parcheggi scambiatori in periferia, all’ampliamento delle zone a traffico limitato, alla riapertura della stazione ferroviaria marittima e alla metropolitana di superficie». Ma «l’autorità portuale va avanti per i fatti suoi e questo non è ammissibile, perché l’autorità portuale incide sulla salute dei cittadini. La quale – riflette Sebastiani – non può essere messa in dubbio o tralasciata per interessi di qualche grossa azienda croceristica o altro».

Cristiana Paoletti, dell’organizzazione di volontariato ˊNo fumiˊ, va dritta al punto: «L’inquinamento navale non è solo atmosferico ma anche acustico. I piani terra dei palazzi di Capodimonte vivono praticamente dei piccoli terremoti ogni qualvolta le navi fanno manovra. Servono dati trasparenti e chiari», sottolinea. «Capodimonte ha un andamento in pendenza, in salita, quindi tutti i fumi delle navi vengono percepiti in alto, ancora più che ad altezza uomo, lungo il porto, a seconda dei venti». E anche lei si sofferma sul fatto che la zona del parcheggio Traiano, via XXIX Settembre, sia la più inquinata della città. Questo dicono le provette installate nel capoluogo e fatte analizzare in Germania.

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«I fumi viaggiano a seconda dei venti e vengono percepiti a una distanza di 500 metri dalla sorgente, quindi dai fumi delle navi ed entro questa distanza si è visto che il rischio sia di sviluppare malattie neurologiche sia tumorali è altissimo», prosegue ancora Paoletti.

Secondo lei, «la centralina in mezzo al parco della Cittadella è una farsa. Quali sono in effetti – si domanda la presidente – i valori di inquinanti che tutta la città respira? E che senso ha – incalza – mettere una centralina al centro di un parco alberato, con le piante che fanno da filtro ai fumi? Noi – riprende – chiediamo più stazioni di monitoraggio che siano non solo lungo lo sviluppo portuale ma anche in alto, tra Cittadella e Capodimonte e nell’altro versante del Guasco».

«E chiediamo che i valori degli inquinanti delle navi che vengono monitorati dalla sorgente, dal camino stesso della nave, vengano resi noti dalla Capitaneria. In nord Europa, le capitanerie si sono dotate di droni in grado di monitorare i fumi delle navi in grande numero. Abbiamo la tecnologia per farlo e allora, dico io, facciamolo».

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