Ancona-Osimo

Pugni sul tavolo e tono imperativo, Cicione (Fimp): «Verso i pediatri si rasenta la violenza psicologica»

Negli ambulatori dei pediatri l'aggressività si manifesta con la pretesa di prescrivere farmaci visti su Internet, ma anche alzando il tono delle voce e mancanza di rispetto. Secondo il pediatra è venuto meno il rapporto di fiducia medico e familiari del paziente

Giuseppe Pino Cicione

ANCONA – Toni alti della voce, diagnosi su Internet e pretesa che vengano prescritti farmaci visti sul web, ma c’è anche chi arriva a battere i pugni sulla scrivania del medico per far valere le proprie ragioni. Il fenomeno della violenza verso i medici negli ambulatori dei pediatri di famiglia assume espressioni diverse rispetto a quanto accade nei Pronto Soccorso, nelle Psichiatrie, negli ambulatori di Guardia Medica e nei servizi dedicati alle dipendenze.

Se in questi reparti si lavora ormai come in ‘trincea’ e le aggressioni si susseguono quasi quotidianamente, negli ambulatori dei pediatri l’aggressività sfocia spesso in «violenza psicologica», spiega il pediatra Giuseppe Pino Cicione, segretario provinciale della Fimp, Federazione Italiana Medici Pediatri.

«’Dottore deve farmi una ricetta per questi farmaci per mio figlio’ mi è capitato di sentirmi dire – spiega il pediatra – e quando ho chiesto chi li avesse consigliati, mi è stato risposto che non è affare che mi riguarda, ma è anche capitato che qualcuno mi abbia detto di aver letto su Google che per certi sintomi bisogna prescrivere una risonanza magnetica». Stretti tra toni imperativi e pugni sul tavolo, la vita dei pediatri negli ultimi anni si è notevolmente complicata.

Il dottor Cicione evidenzia che «è venuto meno il rapporto di fiducia tra medico e paziente, ed oggi il medico è diventato una sorta di ‘strumento’ del paziente e dei suoi familiari, per questo molti decidono di andare in pensione anche prima del tempo. Non si arriva alla violenza fisica – spiega – ma spesso si rasenta quella psicologica e c’è ostilità verso i pediatri».

Un clima che secondo il pediatra non c’era in passato e che si è instaurato proprio in seguito all’apertura di una falla nel rapporto di fiducia e nell’alleanza medico paziente. Anche la pandemia ha avuto il suo peso, chiarisce il pediatra, insieme alla maggiore diffusione del web, con la consultazione dei sintomi e delle terapia su Internet.

Il dottor Cicione evidenzia che negli ultimi anni «la malattia psichiatrica è stata spesso sottovalutata dalle istituzioni e le famiglie sono state lasciate a se stesse a gestire queste situazioni spesso difficili. L’unico strumento utilizzato per i malati gravi è il Tso, trattamento sanitario obbligatorio, che però è riservato alle situazioni più gravi ed emergenziali e non è una presa in carico. Servono investimenti sul territorio e strutture riabilitative anche per i minori».

«Si riflette su queste situazioni – conclude – solo quando succedono fatti gravi come la morte della psichiatra a Pisa, invece bisogna puntare sulla prevenzione. Inoltre bisogna cambiare atteggiamento nei confronti dei medici, capire che l’obiettivo del medico è quello di curare i propri pazienti e che se sbaglia non lo fa con dolo».

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