Ancona-Osimo

Porto, aeroporto e interporto: siglato il protocollo per il “Polo intermodale delle Marche”

A sottoscrivere il documento, il governatore delle Marche, l’ad del Sanzio D’Orsogna, il presidente di Interporto, Stronati, e il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico, Garofalo

Il protocollo per il Polo intermodale delle Marche

ANCONA – «Finalmente» porto, aeroporto e interporto «dialogano, un dialogo che non c’era mai stato, anche in maniera inconcepibile, perché tre infrastrutture così importanti, così costose e così strategiche e anche così vicine, dovrebbero presentarsi insieme sul mercato». Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha illustrato in questi termini una delle novità introdotte dal protocollo d’intesa per la creazione del Polo intermodale delle Marche, siglato questa mattina, giovedì 23, a Palazzo Raffaello, dallo stesso Acquaroli, dall’Ad e direttore generale dell’Aeroporto delle Marche, Alexander D’Orsogna, dal presidente di Interporto, Massimo Stronati, e dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico, Vincenzo Garofalo.

Secondo il governatore per intercettare i flussi passeggeri e merci è fondamentale che le tre infrastrutture siano aggregate fra loto, anche perché, come ha osservato, si trovano in una «dorsale che al di sotto di Bologna non ha grandi hub che possano essere fruibili e competitivi». L’obiettivo del protocollo, ha spiegato, è quello di «rendere sempre più fruibile e integrate» porto, aeroporto e interporto, infrastrutture «che potrebbero fare la differenza nell’economia e nell’attrattività della nostra regione, e che, invece, finora non hanno espresso le loro reali potenzialità». 

Acquaroli ha ricordato che al suo insediamento a Palazzo Raffaello, aveva fatto eseguire una verifica sugli scambi delle merci tra porto e interporto, e che dalla verifica era emerso che questo scambio «era veramente minimale, tant’è che mi era balzato agli occhi come interporto avesse molte tonnellate di scambi con La Spezia e praticamente zero con Ancona» come «se ci fosse una volontà di non dialogare». Da lì, ricorda, è nata l’idea del tavolo di confronto fra Regione e le tre infrastrutture, insieme a quella di connetterle tra loro.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli

E sul valore della connessione e del dialogo tra porto, interporto, aeroporto, per lo sviluppo dell’interna regione è tornato più volte, sottolineando che il protocollo è uno strumento molto importante. «Già in questi primi mesi di riunioni siamo riusciti nell’intento di affrontare in maniera sistematica sfide che prima erano affrontate singolarmente» ha rimarcato. Evidenziando poi che l’interazione «porta un valore attrattivo e competitivo, non solo al sistema del polo, ma a tutta la regione».

Poi ha ricordato la partecipazione al tavolo di confronto del vice ministro Bignami, di Mercitalia, Atim e del presidente della Camera di Commercio, incontri importanti per delineare le traiettorie di sviluppo. «Alle fiere e agli appuntamenti» le tre infrastrutture si presenteranno in forma aggregata per «dare un’offerta maggiore rispetto a quella singola» e nelle prossime settimane e nei prossimi mesi «già alcuni risultati potranno essere raggiunti», ma intanto c’è già «entusiasmo» intorno alle tre infrastrutture, un entusiasmo «molto contagioso» anche tra le imprese, il turismo e il settore merci.

Stronati parlando con i giornalisti ha sottolineato la necessità della digitalizzazione: «Sia le merci che i passeggeri potrebbero già da casa e dagli uffici, digitalizzando questa nostra presenza, avere dei punti di riferimento». Garofalo ha spiegato che le infrastrutture devono essere un servizio al territorio e al tessuto economico «per offrire elementi di competitività, un tema sul quale punteremo sempre, sotto la mia gestione, l’attività del porto». In termini di ricaduto ha sottolineato che «se è più facile esportare merci a livello internazionale, i porti e gli aeroporti servono» così come «se è più facile attrarre i turisti» e poi ha sottolineato «abbiamo un distretto invidiato nel mondo: la nautica over 30 metri che ha ancora margini di contribuzione alla regione, nonostante sia il distretto più importante» perché da noi «si riesce a fare una imbarcazione a partire dalla carpenteria, a tutte le dotazioni, anche tecnologiche»

D’Orsogna, ha invece evidenziando i punti di forza dell’aeroporto che ha un potenziale che non è solo passeggeri o cargo, ma è anche altro «ha uno spazio dedicato al cargo e ad altre linee di business». Tre le caratteristiche dell’aeroporto «pochi di piccole e medie dimensioni hanno una pista di 3 km quasi nessuno e questo permette l’atterraggio di aerei di grandi dimensioni per voli intercontinentali, è un aeroporto sul mare» con possibilità di sviluppo di aree di business diverse, e «non ha una barriera architettonica nell’area di 10 km» e questo permette di sviluppare un rilancio futuro rispetto ad altri aeroporti congestionati.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, a margine della firma del protocollo ha sottolineato che questo «rappresenta la base sulla quale fondare un ‘sistema’ di crescita economica-turistica-commerciale. Ciò che la nostra Regione necessitava da sempre e che grazie al presidente Francesco Acquaroli, alla Giunta e a tutta la maggioranza di centrodestra, è finalmente divenuto realtà. Abbiamo mantenuto la promessa lavorando in squadra per il conseguimento dell’obiettivo, recuperando in soli due anni il colpevole ritardo di decenni di una politica di centrosinistra miope che ha affossato tutte e tre le strategiche infrastrutture che, al contrario, rappresenteranno il fulcro di una politica di crescita importante».

Ciccioli evidenzia che per il Porto di Ancona c’è una dotazione di circa 200milioni di euro che serviranno a rafforzare la crescita in termini infrastrutturali e occupazionali e per lo sblocco di numerosi cantieri. Per l’Aeroporto di Falconara è prevista l’implementazione di numerose tratte «che accresceranno l’appeal turistico di italiani e stranieri per la nostra Regione. Per l’Interporto di Jesi: l’approdo nelle Marche di Amazon avrà conseguenti benefici in termini occupazionali, economici e logistici. Promesse che si sono trasformate in brevissimo tempo in fatti concreti per le Marche e per i marchigiani».

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