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Un anno dall’alluvione, Acquaroli: «Il lavoro svolto non ha precedenti. Vittime una ferita che non può rimarginarsi»

In Regione, a Palazzo Raffaello, il punto sugli interventi messi in campo nel post alluvione del 15 settembre 2022. I 400 milioni stanziati dal governo Meloni sono stati tutti allocati

I danni causati dall'alluvione nelle Marche il 15 settembre 2022

ANCONA – Sono stati tutti allocati i 400milioni di euro stanziati dal governo per il triennio 2022-2024 per i danni causati dal fenomeno alluvionale nelle Marche, mentre parallelamente la progettazione e l’appalto delle opere strutturali complesse per la messa in sicurezza del territorio passa da emergenziale a strutturale, con una accelerazione sui tempi e minore burocrazia, grazie all’approvazione dell’ordinanza 1.011 del 23 giugno del 2023.

È quanto è emerso nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina, lunedì 11 settembre, in Regione, a Palazzo Raffaello, in cui è stato fatto il punto a un anno dall’alluvione del 15 settembre del 2022, nella quale morirono 13 persone. «Le risorse messe in campo dal governo ci consentono interventi di natura strutturale sulle infrastrutture e non solo con una progettazione diretta» per la messa in sicurezza delle valli del Misa e del Nevola, ha spiegato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli in un passaggio del suo intervento, sottolineando l’attenzione della giunta all’assetto idrogeologico.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli

Il governatore ha rimarcato che «il lavoro svolto in questo anno non ha precedenti» ed ha rimarcato le ingenti risorse messe a disposizione dall’esecutivo Meloni, parlando di «sforzo enorme» sia dell’esecutivo centrale «intervenuto per la prima volta in maniera così significativa» sia da parte della Regione Marche che ha messo a disposizione 24milioni di euro di risorse proprie per la messa in sicurezza dei fiumi e per risarcire famiglie e imprese danneggiate dall’alluvione che aveva devastato il senigalliese.

Una «quantità di risorse enorme per un territorio che nell’ultimo decennio ha subito due tragedie». L’elemento dirimente, ha spiegato Acquaroili, è avvenuto a fine dicembre del 2022 con lo stanziamento da parte del governo Meloni di 400milioni di euro, che hanno consentito di far partire numerosi cantieri. Le priorità «il ripristino in sicurezza, dare una risposta alle famiglie e alle imprese per i danni subiti e ricostruire infrastrutture rispondenti a una mitigazione del rischio rispetto a quelle esistenti sul territorio». La necessità, ha aggiunto, è anche quella di una manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua che «sono in una situazione che richiede un’attenzione particolare».

Parlando delle 13 vittime, che saranno ricordate il 15 settembre a Pianello di Ostra con una celebrazione, Acquaroli ha parlato di una ferita «che non può rimarginarsi», famiglie «distrutte e vite interrotte. Spero che tutto quello che si sta facendo possa essere utile per non far verificare mai più fatti come questi». L’ordinanza da 107 milioni «è un elemento dirimente nella possibilità di risposta che abbiamo avuto in questi mesi. In questa ordinanza c’è una accelerazione e maggiore possibilità di intervento più progettuale e capillare, perché consente di spendere meglio queste risorse e in maniera più proficua».

L’assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi

L’assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi ha parlato degli interventi messi in campo nei termini di «azioni inedite e lungimiranti rispetto al passato» ed ha ricordato i 106 cantieri per lavori di somma urgenza attuati sui territori colpiti con risorse pari a 13 milioni di euro. Tra gli interventi ha citato l’abbattimento del ponte Garibaldi sul fiume Misa a Senigallia, che avverrà nelle prossime settimane, prima del quale è stato già realizzato un ponte pedonale provvisorio.

In via di ultimazione la vasca di espansione a Bettolelle di Senigallia, che richiederà «ancora qualche mese» per essere ultimata, nel frattempo sono state individuate altre due vasche come prioritarie, una sul Nevola a monte di Passo Ripe e l’altra a monte di Pianello di Ostra, inserite nel piano degli interventi strutturali del commissario straordinario per l’alluvione. Aguzzi ha spiegato che nelle ultime settimane sono «partiti i lavori straordinari di somma urgenza» per 1 milione e 800mila euro sul Misa, un intervento che «parte da Ostra Vetere» ha detto per arrivare «fino alla città di Senigallia» costituito da sei stralci con altrettante ditte stanno lavorando per ripulire il Misa in tutta la sua lunghezza e per individuare le parti dell’alveo compromesse dall’erosione e da tane di animali con l’obiettivo di ripulirle e di rimodulare i sedimenti.

«Il materiale in eccesso – ha spiegato l’assessore – sarà portato fuori e depositato vicino al casello autostrada di Senigallia» e si sta vagliando di riutilizzarlo per i «ripascimenti perché in gran parte si tratta di sabbia». Lavori «straordinari mai effettuati prima – ha detto – per la pulizia e la sistemazione degli argini, sei interventi già in atto e altri sei in via di partenza, di cui tre sul fiume Cesano, due sul fiume Nevola e uno sul fiume Burano» per 1 milione e 600mila euro di risorse, che portano complessivamente i lavori di somma urgenza a 3 milioni e 400mila euro. Per quanto riguarda l’intervento sul Misa, ha spiegato che con l’abbattimento del ponte Garibaldi l’altezza tra l’alveo del corso d’acqua e la base del ponte, passerà dagli attuali 3 metri a 5 metri.

Il punto a un anno dall’alluvione

L’altra azione messa in campo dalla Regione Marche, per evitare che si verifichi di nuovo un’alluvione con gli effetti visti il 15 settembre dell’anno scorso, è quella della rivisitazione della «fase di allertamento», con il ripristino degli idrometri «tarati in via prudenziale» ad un livello più basso in modo che «l’allerta possa partire prima» e con un nuovo sistema di allertamento basato sui pluviometri che valutano il quantitativo d’acqua sceso. Inoltre, ha ricordato la realizzazione del nuovo portale di Protezione civile.

Il vice commissario per il post alluvione nelle Marche, Stefano Babini, ha fatto una panoramica delle risorse messe in campo, partendo dai 6,1milioni di euro stanziati dal governo Draghi ai 400milioni di euro del governo Meloni per il triennio 2022-2024 «somma consistente che ha permesso una programmazione seria» fino ai 24 milioni stanziati dalla Regione Marche con fondi propri e ai 21milioni di euro dell’Unione Europea.

Delle risorse messe in campo, 24milioni sono andati a famiglie e imprese dopo circa sei mesi dall’alluvione, 74milioni per il piano di interventi di somma urgenza effettuati dai comuni, 155milioni per i rimborsi alle famiglie e imprese, anche agricole, che hanno avuto danni dall’alluvione (la stima dei danni sarà completata entro il 31 ottobre). Inoltre, ha ricordato che ai comuni è stato chiesto un piano dello stralcio degli interventi prioritari a cui sono stati destinati 69miluoni di euro, mentre 9,4 milioni per il piano degli ulteriori interventi di somma urgenza. Il piano del commissario definiti con l’ordinanza 1.011 del 23 giugno 2023 per le opere strutturali ammonta a 107milioni di euro.

Il capo della Protezione civile regionale, Stefano Stefoni, ha ricordato gli interventi di ripristino e manutenzione straordinaria dei fiumi per ripulire gli alvei dal legname, da piante secche e sradicate, e che la rimozione del materiale viene effettuata grazie ad un accordo con Arpam, «una sperimentazione – ha detto – che spero sia da spunto anche per il futuro». Necessario implementare, secondo Stefoni, il sistema di Protezione civile con attrezzature e nuovo personale maggiore, mentre la Regione sta lavorando per trasferire la sede in una nuova struttura.

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