Ancona-Osimo

Ad Ancona il presidio di Potere al Popolo ‘Licenziamo gli sfruttatori’

I manifestanti, in contemporanea con altre iniziative in tutta Italia, si sono dati appuntamento davanti alle sedi di Confindustria

Il presidio di Potere al Popolo davanti a Confindustria

ANCONA – «Con questa protesta, che lanciamo oggi ad Ancona e in contemporanea in tutta Italia, vogliamo iniziare un percorso di mobilitazione territoriale e nazionale, di lungo periodo, contro lo sfruttamento del lavoro, lo sblocco dei licenziamenti e per rivendicare il nostro diritto ad esistere». È la voce dei rappresentanti di Potere al Popolo Marche che, stamattina, si sono dati appuntamento davanti a Confindustria nell’ambito della manifestazione ‘Licenziamo gli sfruttatori’. Erano presenti una ventina di manifestanti, provenienti da Ancona, Senigallia, Fano e Macerata.

«Il provvedimento assunto stanotte dal Governo – ha detto il membro del coordinamento nazionale PaP, Edoardo Mentrasti -, circa la questione dei licenziamenti, dopo ore di riunione con i sindacati confederali e Confindustria, non ha portato una novità rispetto alla proroga dello sbocco. Bensì un ritardare un qualcosa di certo, mediante lo strumento della cassa integrazione. Per questo non possiamo essere soddisfatti e dunque gridiamo tutto il nostro sdegno. Continueremo con le proteste, faremo sentire le nostre ragioni, saremo accanto ai lavoratori, ai loro diritti e contro ogni forma di sfruttamento e precarizzazione del lavoro. Non c’è una politica attiva per l’occupazione, non ci sono piani strategici e nazionali».

Edoardo Mentrasti

E ancora Mentrasti guardando alle Marche: «I licenziamenti sono bloccati soltanto per alcuni settori, tessile e abbigliamento, moda e calzature, tutto il resto rientra nella possibilità di licenziamenti ritardati dall’approvazione, eventuale, della cassa integrazione – ha aggiunto -. Nelle Marche sono 30mila i lavoratori del comparto tessile interessati effettivamente dalla proroga del blocco dei licenziamenti. Invece sono 150mila quelli del comparto manifattura e 20mila dell’edilizia che ricadono nella nuova normativa: e cioè nella possibilità di licenziamento». Sono seguiti altri interventi di rappresentanti sindacali, aderenti a Potere al Popolo e lavoratori che hanno rimarcato la volontà di lottare per contratti sicuri, per il lavoro e per il futuro.

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