Ancona-Osimo

Ancona, la polizia di Stato celebra il protettore San Michele Arcangelo

In occasione della cerimonia è stato svelato l'altorilievo realizzato dallo scultore Massimo Ippoliti. Premiati due agenti che si sono distinti in servizio

Pattuglia in servizio (foto Polizia di Stato)

ANCONA – Il 29 settembre 1949, San Michele Arcangelo fu proclamato Patrono e Protettore della Polizia da Papa Pio XII, per la naturale assonanza con la missione assolta, con professionalità e impegno, da tutti i  poliziotti chiamati ogni giorno ad assicurare il rispetto delle leggi. l’ordine e la sicurezza dei cittadini, e che trova la sua sintesi nel motto ” Sub Lege Libertas”.

Come ogni anno, anche oggi,  tutti i poliziotti della provincia si sono stretti insieme per celebrare la festa del Patrono della Polizia di Stato. La cerimonia odierna si è svolta in due fasi: la prima in Questura dove, alla  presenza del Questore e del Prefetto, è stato svelato l’altorilievo realizzato dallo scultore Massimo Ippoliti raffigurante San Michele nell’atto di uccidere Lucifero. Un gesto che simboleggia il poliziotto che tutti i giorni combatte con grande impegno per i cittadini. La scultura è stata poi benedetta da monsignor Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona e Osimo accompagnato dal cappellano territoriale della polizia di Stato, don Antonello Lazzerini.

La scultura è stata realizzata grazie al contributo del Rotary Club Ancona, del Rotary Club Ancona Conero e del Rotary Club Ancona 25-35. Alla cerimonia di svelamento erano presenti i rispettivi Presidenti. Tutti insieme al termine della benedizione si sono recati presso la chiesa di san Michele Arcangelo per assistere alla celebrazione religiosa officiata dall’arcivescovo Spina.

Al termine della funzione religiosa, sono stati premiati dal prefetto, Antonio D’Acunto e dal questore di Ancona, due poliziotti che si sono distinti nell’attività istituzionale: il sostituto commissario coordinatore Dante Ciarafani e l’ispettore superiore Maurizio Nazzarelli, entrambi in servizio presso la locale squadra mobile, con la seguente motivazione : ” Evidenziando spiccate qualità professionali, coordinavano l’indagine di polizia giudiziaria che consentiva di disarticolare una organizzazione criminale composta da cittadini pakistani finalizzata al trasposto di soggetti clandestini con l’aggravante della transnazionalità”.

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