Ancona-Osimo

Dimissioni Fioramonti, terremoto anche nelle Marche: tre parlamentari lo seguono

La scissione del ministro dell'istruzione lo vede più vicino al premier Conte e con lui una decina di deputati. Ma c'è fermento anche in Senato

I deputati marchigiani del Movimento 5 Stelle. Da sinistra in alto Roberto Cataldi
I deputati marchigiani del Movimento 5 Stelle. Da sinistra in alto Roberto Cataldi

ANCONA – Trema il Movimento 5 Stelle anche nelle Marche dopo le dimissioni del ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti. Alla base del passo indietro compiuto ci sarebbe la mancanza di risorse per il suo dicastero, anche se alcuni bene informati sostengono che da tempo il ministro non condividesse più la linea seguita dal partito.

Sta di fatto che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Il mio impegno per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà ancora più forte come parlamentare della Repubblica italiana».

Insomma Fioramonti fa un passo indietro, ma non si fa da parte e questo sta creando fibrillazione fra i parlamentari del Movimento 5 Stelle dove c’erano già degli scontenti che si sentivano più vicini al premier Conte rispetto che al leader del partito Di Maio.

La scissione sembra ormai in atto e un gruppetto di parlamentari italiani, una decina circa, è già disposto a seguire Fioramonti per dare vita per ora ad un nuovo gruppo parlamentare, ma poi chissà, potrebbe anche arrivare addirittura un nuovo soggetto politico. C’è agitazione anche in Senato.

Nel frattempo sono trapelati i nomi dei parlamentari marchigiani che avrebbero deciso di seguire l’ex ministro: fra loro per ora ci sarebbero gli ascolani Roberto Cataldi e Rachele Silvestri, oltre al fanese Roberto Rossini, ma non è escluso che potrebbero aggiungersene anche degli altri.

Una questione “calda” che si sta ripercuotendo anche sulle elezioni regionali facendo slittare alcune decisioni da parte del Movimento. Infatti resta ancora da sciogliere il nodo relativo al voto sulla piattaforma Rousseau attraverso il quale il Movimento 5 Stelle potrebbe decidere se dare il via all’alleanza con il Pd appoggiando un candidato civico sul quale far convergere anche altre forze politiche, per la tornata elettorale di maggio.

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