Ancona-Osimo

Politecnica delle Marche, inaugurazione anno accademico. Messa: «Occorre formare in presenza»

Ricerca, Dad, investimenti. Queste le parole chiave del discorso del ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, nel video messaggio inviato per la cerimonia

Maria Cristina Messa, ministro Università e Ricerca

ANCONA – «Dobbiamo tornare a formare le nuove generazioni in presenza, lo dobbiamo fare per noi stessi, ma soprattutto per i nostri giovani». Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, in un video messaggio inviato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021 dell’Università Politecnica delle Marche che si è tenuta questa mattina, 29 aprile, nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria di Ancona.

Il ministro nel suo intervento ha sottolineato che il Paese, alle prese con la pandemia di covid-19, si trova in un momento cruciale, segnato da un lato dal piano nazionale di ripresa e resilienza e dall’altro delle riaperture graduali ma consistenti delle attività e delle comunità accademiche, «due eventi estremamente importanti che segnano il grande cambiamento a cui stiamo dando corso».

Un cambiamento che, come ha sottolineato Maria Cristina Messa, in parte è legato alla necessità di uscire da «più di un anno di sofferenza» nel quale vita e abitudini della comunità e degli studenti sono radicalmente cambiate, al quale però «l’università, così come anche la vostra, ha saputo reagire in maniera esemplare, mettendo in atto forme di didattica che prima erano solo sporadiche e che poi hanno potuto svolgere la loro funzione in maniera sostitutiva rispetto all’attività in presenza».

Ma la didattica a distanza non sostituirà l’attività in presenza, ha assicurato, in quanto «questo periodo ci ha insegnato che la vita di comunità accademica non si ferma nelle aule, ma riguarda la nostra continuità, la capacità di conoscersi, la possibilità di scambio docente-studente che è reciprocamente arricchente».

«Un elemento aggiuntivo che non perderemo», quello della dad che «permetterà agli Atenei di crescere ulteriormente nell’offerta didattica, consentirà scambi molto più semplici sia fra Atenei italiani che stranieri e permetterà agli studenti di poter seguire seguire anche a distanza piccole parti dei corsi, ma non sostituirà assolutamente la nostra prossimità di insegnamento».

Nel piano nazionale di rilancio e resilienza, sono stati stanziati «molti fondi per arricchire i nostri campus universitari» sia creando nuove residenze per aumentare la capacità di accoglienza degli studenti meritevoli, ma privi di mezzi economici, ma anche per sostenere gli Atenei che hanno avviato programmi di rivitalizzazione dei campus nell’ottica della sostenibilità.

Un piano, che vede anche sostanziosi investimenti nella ricerca. «La ricerca è stata rimessa la centro del dibattito, anche pubblico – ha detto il ministro – e forse si è un po’ avvicinata a una concezione positiva da parte dei nostri concittadini». Secondo Maria Cristina Messa, «oggi è il momento di rilanciare il nostro sistema della ricerca che noi conosciamo, ma che forse i cittadini conoscono meno e si fermano a opinioni, a volte poco consapevoli e poco basate sui dati».

Poi ha sottolineato la «consapevolezza» maturata nella comunità che «non avremmo potuto avere un vaccino in tempi così brevi se non ci fossero stati anni di ricerca si è diffusa». «È il momento di far capire che l’investimento che ci sarà in ricerca con il Recovery Plan – prosegue – deve portare benessere e innovazione nel mondo del lavoro e per vivere bene ed è un investimento sulle nuove generazioni». Una occasione che i giovani devono cogliere «per costruire un mondo diverso da quello che abbiamo conosciuto e sempre migliore».

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