Giornata MondialeAmbiente, Ciarulli: «Lavorare su prevenzione»
Ancona-Osimo

Giornata Mondiale dell’Ambiente, Ciarulli: «L’80% dei rifiuti abbandonati sono plastica. Lavorare su prevenzione»

Il presidente regionale di Legambiente Marche sottolinea l'urgenza di ridurre l'impatto dell'inquinamento da plastica e sollecita interventi sia per l'ambiente che per la salute umana

(Foto: Ufficio Stampa Legambiente Marche)
(Foto: Ufficio Stampa Legambiente Marche)

L’inquinamento da plastica è presente ovunque, dai rifiuti dispersi a terra a quelli dispersi in mare, con impatti importanti sull’ambiente e sulla salute. Un tema sul quale si riaccendono i riflettori in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente proclamata dall’Onu nel 1972 e celebrata ogni anno il 5 giugno. «Dei rifiuti di plastica ci preoccupiamo spesso quando li vediamo in mare, ma in realtà arrivano da terra, attraverso i fiumi, e anche quando sono in mare fanno ritorno a terra con il movimento ondoso» spiega Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche.

L’associazione ambientalista italiana da oltre un decennio monitora l’inquinamento da plastica ed ha rilevato come «l’80% dello scenario dei rifiuti abbandonati è costituito da materiali plastici», non solo bottiglie, ma anche cotton fioc «i bastoncini di plastica – spiega – vengono ancora gettati erroneamente nei water e non essendo catturati dai depuratori finiscono nei fiumi, sulle spiagge». Ciarulli evidenzia il ruolo «delle cattive abitudini e della scarsa educazione ambientale» nell’inquinamento. «Le Marche – dice – seguono il trend nazionale per quanto riguarda l’80% di rifiuti plastici abbandonati nell’ambiente».

L’associazione sollecita interventi: «Non possiamo più aspettare – sottolinea – l’inquinamento da plastica è un tema urgente, sia per l’ambiente che per la salute umana». I materiali plastici possono infatti entrare nella catena alimentare sotto forma di micro e nano plastiche, così come gli addittivi in essa contenuti.

A dimostrare per la prima volta ‘visivamente’ la presenza di micro e nano plastiche all’interno della cellula umana era stato un team di ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche (lo studio era stato pubblicato il 7 marzo del 2024 dalla rivista scientifica The New England Journal of Medicine). Lo studio multicentrico aveva correlato la presenza di microplastiche al rischio di patologie cardiocircolatorie, riscontrando un rischio più che raddoppiato.

Le micro e nano plastiche entrano nell’organismo non solo attraverso l’ingestione di cibo, ma anche attraverso la respirazione e la pelle, a seguito dell’utilizzo di prodotti che le contengono, come saponi, creme e dentifrici. «Bisogna lavorare sulla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti plastici – prosegue – perché la dispersione del materiale plastico nell’ambiente non è solo un tema economico, ma anche sanitario. La plastica non è indistruttibile – conclude – frammenti da 0 a 50 cm sono il principale tipo di rifiuto che troviamo nell’ambiente: una volta abbandonato, il sole, la pioggia e il vento lo degradano».