Ancona-Osimo

Plasma iperimmune, in settimana le prime sacche a Torrette

Il primario della Clinica di Malattie Infettive di Ancona, Andrea Giacometti fa il punto sulla sperimentazione: «Ora che l'emergenza è passata si fanno avanti meno donatori»

L'ospedale regionale di Torrette
L'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona

ANCONA – Partiranno in settimana all’Ospedale di Torrette le prime donazioni di plasma iperimmune. Dopo il completamento degli screening per valutare i pazienti dal punto di vista delle condizioni di salute e del quantitativo di anticorpi neutralizzanti il virus, sono già stati individuati i primi 4-5 donatori.

Obiettivo della sperimentazione, che però per il momento non può ancora partire visto che non ci sono più casi di polmonite da coronavirus nelle Marche, è quella di testare l’efficacia degli anticorpi delle persone guarite dall’infezione come terapia per il covid-19. Le sacche raccolte però andranno a costituire una preziosa scorta in caso di una seconda ondata del virus.

Il sangue viene prelevato dal donatore attraverso un apposito macchinario di cui sono stati dotati i 3 poli attivati per la raccolta e la sperimentazione (Torrette, Marche Nord e Fermo). Ad ogni donatore viene prelevato quasi un litro di sangue che viene centrifugato per separare il plasma dalla parte corpuscolare (globuli rossi e globuli bianchi): 600 cc di plasma vengono raccolti, mentre il resto del sangue viene re-infuso al donatore che così tollera meglio il prelievo e non rischia di diventare anemico.

A Marche Nord sono già state prelevate almeno 5 sacche di plasma che sono poi state congelate, dal momento che non ci sono pazienti su cui sperimentare l’efficacia della terapia. «Altrettante sacche verranno stoccate anche ad Ancona – spiega il primario della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona, Andrea Giacometti -, mentre a Fermo stanno ancora eseguendo gli screening sui possibili donatori per escludere patologie che possono essere trasmesse con il sangue, oltre all’analisi anticorpale» per valutare il quantitativo di anticorpi neutralizzanti il virus.

Andrea Giacometti, professore di Malattie Infettive e Pneumologia presso l’Università Politecnica delle Marche

Insomma ad Ancona è tutto pronto, ma «non c’è nessuno da trattare – commenta il primario -, siamo quasi covid free: non ci sono più tamponi positivi sui ricoverati e sono rimasti solo 3 pazienti che però sono guariti».

Le sacche di plasma però, una volta congelate, andranno a costituire una scorta in caso di una seconda ondata del virus. Una ventina i potenziali donatori individuati ad Ancona, altrettanti e anche di più a Pesaro dove il numero dei ricoveri è stato di gran lunga superiore rispetto ad Ancona, mentre nel fermano al momento non superano i 5.

«Bisogna considerare che su 10 potenziali donatori, solo 8-9 alla fine potranno donare, sia per limiti di età che per patologie o perché hanno pochi anticorpi neutralizzanti il virus – osserva Giacometti -. L’obiettivo iniziale era di arrivare ad 80 sacche nelle Marche, ma ora che l’emergenza è passata e l’allarme è rientrato si fanno avanti meno donatori».

Una donazione che come sottolinea, richiede «molto altruismo». Intanto l’iter, anche se con calma, procede: la Virologia sta eseguendo i test di neutralizzazione del virus sugli anticorpi, ma «possono esserne eseguiti solo 4 al giorno trattandosi di un test piuttosto laborioso». In ogni caso, «in settimana anche ad Ancona avremo 3 sacche di plasma da mettere in congelatore» conclude Giacometti.

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