Ancona-Osimo

Pillola abortiva, i giovani dem lanciano petizione online

Il gruppo dei giovani del Pd marchigiano ha varato una raccolta firme per chiedere alla Regione di attenersi alle linee guida ministeriali che prevedono la distribuzione della Ru486 nei consultori

Palazzo Leopardi sede del Consiglio regionale

ANCONA – Pillola abortiva ancora al centro delle polemiche nelle Marche. Il gruppo dei giovani del partito democratico marchigiano nella giornata di ieri ha lanciato una petizione online per chiedere alla Regione Marche di applicare le linee guida ministeriali che hanno allargato l’impiego della Ru486 (la cosiddetta pillola abortiva) nei consultori. Già da giorni è in atto un fuoco incrociato fra opposizione e maggioranza, dopo il dibattito scoppiato in Aula, martedì, quando la Giunta ha chiarito di non voler consentire la distribuzione della pillola abortiva nei consultori marchigiani. Ad oggi (30 gennaio alle 14.55) è stata sottoscritta da 3.049 persone.

«Le motivazioni di questa posizione politica, del resto, sono state palesate dalle stesse parole del consigliere Carlo Ciccioli, di Fratelli d’Italia, il quale ha motivato la scelta della Giunta della Regione Marche sostenendo che ci dobbiamo difendere da una “sostituzione etnica”» si legge nella nota dei dem, pubblicata nella pagina Facebook del partito.

I vertici regionali del gruppo giovanile dei dem parlano di «posizioni assurde» riferendosi a quelle espresse dal capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, spiegando che «confluiscono sul ruolo che secondo loro deve avere la donna nella società: fare figli. Autodeterminazione, coscienza, autonomia non sono concepibili. Qualsiasi tentativo di raggiungere la parità viene represso, nei casi più estremi con la violenza, nelle civiltà democratiche invece con campagne d’odio che nel web trovano purtroppo un terreno fertile».

Sottolineando «l’infelicità dell’utilizzo di queste parole proprio nella Giornata della Memoria», i giovani dem affermano che «sui diritti non si può e non si deve tornare indietro». Poi aggiungono che non si può accogliere «l’opinione per la quale la pillola abortiva Ru486 non è prevista nella legge 194 e pertanto non deve essere somministrata nei consultori. Infatti, la pillola abortiva non esisteva nel ’78, anno di promulgazione della legge 194 e per tale motivo la possibilità di somministrazione nei consultori è stata prevista dalle linee guida del Ministero della Salute, da ultimo aggiornate lo scorso agosto».

Secondo i dem il consultorio deve rimanere un luogo in cui ogni donna «può recarsi per l’esercizio dei propri diritti e proprio per questo motivo non possono essere ammesse limitazioni di alcun tipo, né intromissioni da parte delle associazioni private, specie quelle che da anni si impegnano ad ostacolare l’esercizio di questo diritto. Quello ad opera della Destra marchigiana non è altro che un attacco all’esercizio dei diritti fondamentali riconosciuti ormai da decenni. Al contrario, la maternità deve essere una scelta consapevole di ogni donna e il rendere difficile -se non impossibile- l’esercizio del diritto di abortire non fa altro che incrementare il ricorso a pratiche illegali e pericolose per prevenire le quali, la legge 194, era stata concepita».

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