Ancona-Osimo

Roma, gremita la piazza dopo l’assalto alla Cgil. Più di un migliaio i marchigiani nella capitale

A Roma più di un migliaio i marchigiani che si sono radunati in piazza dopo l'assalto alla sede della Cgil avvenuto la settimana scorsa, per dire no ai fascismi

Il gruppo Cgil di Ancona a Roma

ANCONA – Più di un migliaio gli esponenti e gli iscritti della Cgil che dalle Marche si sono recati a Roma alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil ad una settimana dall’assalto alla sede della Camera del lavoro della Cgil. Venti i pullman e 1 treno speciale sono partiti dalle Marche alla volta della piazza romana, dove migliaia di persone hanno sfilato in corteo per dire no a tutti i fascismi.

Alla guida del gruppo marchigiano la segretaria generale Cgil Marche Daniela Barbaresi che parla di una «piazza bellissima con un clima stupendo. C’era la voglia di farsi sentire e di farsi vedere perché era importante dare un segnale forte da parte delle forze democratiche di questo Paese, a partire dal sindacato, ma oggi c’erano davvero tutti».

La piazza romana

Il gruppo Cgil di Ancona, giunto a Roma con il treno speciale è arrivato in corteo fino a Piazza San Giovanni. Barbaresi ricorda anche quanto accaduto a Jesi nei giorni scorsi quando è stata rinvenuta una molotov davanti alla sede locale del sindacato e battezza l’episodio come «gravissimo e molto preoccupante che dà il segnale del clima complessivo che c’è in questo momento, per cui è necessario che ci sia una risposta democratica forte da parte del mondo sindacale e delle istituzioni».

In piazza non solo i sindacati, ma anche forze politiche e gonfaloni di Comuni italiani che hanno voluto affermare la propria contrarietà con l’episodio di violenza accaduto sabato scorso con l’assalto della sede romana del sindacato.

«Realtà o movimenti come Forza Nuova – afferma Barbaresi – devono essere sciolti come prevede la legge». La segretaria generale del sindacato conclude spiegando che in questi giorni «è arrivata la solidarietà dalle forze politiche, dalle altre organizzazioni sindacali, comprese le autonome, dalle associazioni datoriali, dalle istituzioni con alcuni sindaci e anche dal presidente della Regione Acquaroli che «dopo i fatti di Jesi mi ha chiamato per esprimere la sua solidarietà. Credo che sia una risposta importante che tutti hanno saputo dare, perché in questo momento è fondamentale dare una risposta di unità».

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