Ancona-Osimo

Pendolaria, Ciarulli (Legambiente): «Potenziare le linee ferroviarie. Ritardi su mobilità sostenibile»

I dati evidenziano che la transizione ecologica del trasporto su ferro procede troppo lentamente in Italia e nelle Marche. Differenze in regione tra costa ed entroterra

Foto di Michael Gaida da Pixabay

ANCONA – «Abbiamo bisogno di potenziare le linee ferroviarie esistente e di crearne di nuove, per ridurre ‘l’autocentrismo‘ che si riscontra nelle Marche, come nel resto del Paese». La proposta arriva dal presidente di Legambiente Marche, Marco Ciarulli. Il punto di partenza è ‘Pendolaria’ il report di Legambiente incentrato sulla mobilità sostenibile.

Il report evidenzia che la transizione ecologica del trasporto su ferro procede troppo lentamente nel Paese, con «ritardi infrastrutturali, treni poco frequenti, lentezza nella riattivazione delle linee ferroviarie interrotte». «Le Marche seguono il trend nazionale con ritardi sugli investimenti in mobilità sostenibile – spiega Ciarulli – Siamo di fronte ad una grandissima occasione, i 26 miliardi del Pnrr solo per la mobilità, le infrastrutture ed azioni volte alla sostenibilità del trasporto, sono risorse mai viste prima, che si sommano a quelle nazionali, per le quali c’era già una progettazione, e alle risorse che le regioni riservano e dovrebbero riservare a questo tema».

Marco Ciarulli

Secondo Legambiente però «non vediamo ancora la rivoluzione che dovrebbe esserci. Buona parte delle risorse dovranno essere investite entro e non oltre il 2026. Bisogna fare presto». Il presidente di Legambiente Marche evidenzia che nelle Marche, «abbiamo uno sviluppo dei mezzi pubblici efficiente principalmente solo lungo la costa, mentre nell’entroterra si registrano rallentamenti».

Tra le opere strategiche per lo sviluppo del trasporto su ferro, cita il raddoppio della Orte-Falconara e l’elettrificazione della Civitanova Marche-Albacina. «Investimenti molto importanti che però non bastano. Abbiamo bisogno di potenziare le linee esistenti e di realizzarne di nuove per ridurre l’utilizzo delle auto».

«Anche i cittadini più volenterosi non sono messi in condizione di utilizzare il trasporto pubblico: in Italia l’auto è ancora al centro di tutto, e abbiamo il secondo parco auto più grande d’Europa, il primo è il Lussemburgo: abbiamo una media di 67 veicoli per 100 abitanti, inclusi minori e anziani in età in cui non è consentita la guida. Abbiamo bisogno – spiega – di un’infrastruttura su ferro e gomma».

Secondo Ciarulli, investendo maggiormente su ferro è possibile realizzare anche una metropolitana di superficie e creare collegamenti più efficienti tra entroterra e costa, uno sviluppo fondamentale per lavoro, imprese e turismo. Ma la transizione ecologica è cruciale anche per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico «responsabile di oltre 60-70 mila morti l’anno e corresponsabile anche del cambiamento climatico».

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