Ancona-Osimo

Screening, la Virologia di Torrette si potenzia: «In un’ora analisi su 200 tamponi»

I test antigeni rappresentano un'arma in più nel controllo del covid-19, che andrebbe ad affiancare quelli molecolari. Il punto con la dirigente Bagnarelli

L'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona

ANCONA – Potenziare gli screening eseguiti all’interno del laboratorio della virologia di Torrette con i test antigeni non appena saranno disponibili sul mercato. «Ci stiamo orientando verso questa opportunità» annuncia la professoressa Patrizia Bagnarelli, dirigente della Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona.

Si tratta di test che evidenziano la presenza di componenti (antigeni) del virus e che rappresentano un’arma in più nel percorso di controllo del covid-19 che si andrebbe ad affiancare ai tamponi molecolari: «In un’ora ne potremo processare dai 150 ai 200» spiega la professoressa, che puntualizza come quotidianamente nel laboratorio della Virologia di Torrette attualmente vengono processati fra i 500 e i 600 – 630 tamponi.

Un numero che è cresciuto rispetto ai mesi più bui della pandemia: «A marzo e aprile analizzavamo in media 2.300 campioni  a settimana – spiega la professoressa Bagnarelli -, ora siamo nell’ordine dei 3.200 – 3,500 a settimana». Un dato che «corrisponde ad una maggiore attenzione» e la maggior parte di questi tamponi derivano dai cosiddetti drive through (tamponi in auto) che vengono eseguiti su segnalazione dei medici di medicina generale, per la necessità del doppio tampone e per il pre-ricovero.

Ma in previsione potrebbe esserci una ulteriore crescita nel numero dei tamponi processati, «dipenderà da quanto circoleranno gli altri agenti respiratori che hanno sintomi inevitabilmente indistinguibili» da quelli causati dal virus del covid-19. Un incremento che scaturirà dal mondo della scuola e dagli ambienti di lavoro, dove è fondamentale rispettare le misure anti contagio: «Molto è nelle nostre mani e dipenderà dalla nostra capacità di capire che la mascherina protegge noi stessi e gli altri», così come il distanziamento e l’igiene delle mani.

Il timore però è quello, con una nuova crescita di contagi «di non avere abbastanza reattivi o puntali per i campioni, materiale di consumo» spiega la Bagnarelli, nel precisare che però «per ora procede abbastanza bene» e che l’intenzione è quella di «aumentare le piattaforme disponibili» per «aumentare la capacità di test» dal punto di vista quantitativo.

Infine pone l’accento sugli screening derivanti dal mondo della scuola e spiega che un «numero troppo alto di tamponi potrebbe rischiare di saturare tutti i laboratori», per questo «bisognerebbe dettare una linea guida circa il momento in cui fare il tampone ai bambini», ben vengano dunque i test antigenici rapidi nelle scuole.

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