Ancona-Osimo

Ancona, al Passetto l’ultimo viaggio di Sauro Marinelli. Le ceneri nel suo mare. I figli: «Ciao papà, ci mancherai»

Era l'ultimo pescatore del Passetto. Marinelli è morto lo scorso 21 ottobre. Ieri, la cerimonia di dispersione delle ceneri nel suo mare

La dispersione delle ceneri di Sauro Marinelli nel mare del Passetto

ANCONA – Addio a Sauro Marinelli, l’ultimo pescatore del Passetto. Le sue ceneri sono state disperse in mare ieri (3 novembre), alle 10. Ad accompagnare Marinelli nel suo ultimo viaggio, a bordo della Michele II (la barca che accompagnava Sauro a pesca), sono stati i familiari e i parenti più stretti.

La cerimonia è iniziata alle 10, quando due barche e un gommone hanno raggiunto il largo, nello specchio acqueo davanti alla grotta di Marinelli, la numero 77, a due passi dalla Seggiola del Papa.

A ricordare papà Sauro sono i due figli, Mirco e Paola Marinelli: «Di papà mi mancherà soprattutto la luce dei suoi occhi quando mi vedeva. Io vivo a Bologna – spiega la figlia – e lui ha sempre sperato che tornassi ad Ancona. Quando andavo a trovarlo, non mi annunciavo mai, volevo fargli una sorpresa».

Tre imbarcazioni hanno raggiunto il largo, ieri, alle 10

«Così, scendevo in grotta, sicura di trovarlo e mi affacciavo dall’uscio. Ho impresso nella mente questa immagine: io che arrivo d’inverno, lo vedo giocare a carte con gli amici in grotta, lo chiamo, lui si gira e mi fa: ˈOh, bimba!ˈ».

Un uomo di mare, Sauro, solo apparentemente «duro, rigido e severo». Uno di quelli che non «diceva ˈti voglio beneˈ a parole, ma lo dimostrava coi fatti. Lui per me c’era sempre – racconta la figlia. È stato un padre meraviglioso e l’attimo di luce nei suoi occhi, quando mi vedeva, emanava tutto l’amore che provava».

Sauro Marinelli, l’ultimo pescatore del Passetto

Marinelli, nell’intervista concessa al nostro giornale un anno fa, aveva detto: «I miei figli? Fanno tutt’altro, non hanno la passione per la pesca. E mi spiace che una simile tradizione vada perduta». Una frase che alla figlia Paola un po’ è dispiaciuta, come sottolinea lei stessa: «Io a 16-17 anni uscii in barca con lui».

«Ci provai a pescare, ma sono una donna dal fisico esile e non riuscivo neppure a sollevare l’ancora. Quando papà mi disse ˈgetta l’àncoraˈ, giuro che non ci riuscii. Mi disse che ero ˈna molegaˈ (una pappamolle, ndr). Ci mettemmo a ridere e gli dissi che non potevo dedicarmi alla pesca e che, anzi, sarei andata a studiare».

Sorte quasi identica per l’altro figlio, Mirco: «Mi ricordo di quando papà mi portava con lui, d’inverno, a pescare. Avevo 5 anni e col freddo e l’acqua gelida – spiega Mirco – se anche ci fosse stata da parte mia un minimo di voglia, in quelle condizioni me l’avrebbe stroncata» – scherza ricordando il padre. «Mi mancherà tutto di lui, il suo modo di fare, il suo mestiere e il fatto di vederlo a casa, accanto al termosifone, a cucire e a riarmare le reti, come nonno Umberto».

L’addio a Sauro Marinelli, l’ultimo pescatore del Passetto

Mirco oggi lavora come tecnico, ha «sempre avuto i cacciaviti tra le mani», mentre Paola è un’affermata psicoterapeuta ed esercita in Emilia Romagna: «In un certo senso, ho scelto qualcosa che ha a che fare coi nodi, anche se non fisicamente – sottolinea Paola. Mi rifaccio infatti all’orientamento (lacaniano) dello psichiatra Jacques Lacan, che parla dell’inconscio facendo riferimento alle nasse e ai nodi. È stato il mio modo di portare avanti la tradizione della pesca». La tradizione di papà Sauro, che con nasse e nodi marinari ci ha condiviso un’intera esistenza. 

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