Ancona-Osimo

Pasqua e Pasquetta, da Portonovo a San Benedetto ristoranti full

La ristorazione si conferma trainante nelle Marche e le festività pasquali rispecchiano il trend

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Foto da Pixabay di (Pexels)

ANCONA – «Tutto completo per Pasqua e Pasquetta, dal mare ai monti Sibillini». A dirlo è Simone Baleani consigliere di Unione Regionale Cuochi Marche «i nostri associati presenti in occasione dell’assemblea Regionale» che si è svolta martedì 19 marzo «hanno testimoniato» che i ristoranti sono full.

A Portonovo i ristoranti aperti «sono pieni già da tempo – dice Marcello Nicolini, presidente del Consorzio la Baia di Portonovo – la gente prenota prima, speriamo che il tempo bello regga così per permettere alle persone anche di stare all’aperto».

Nella Baia non tutte le strutture hanno riaperto ancora i battenti visto che la Pasqua quest’anno è anticipata rispetto al solito. I ristoratori sperano nel meteo. Intanto rispetto all’anno scorso i prezzi sono rimasti invariati, a parte qualche lieve ritocco, e la clientela attende con ansia l’arrivo del mosciolo selvatico di Portonovo, con la riapertura della pesca che avverà a fine maggio.

Riviera del Conero full per Pasqua e Pasquetta: «Abbiamo il ristorante pieno già da un mese – dice Daniele Cingolani cotitolare del ristorante La Pagodina a Marcelli di Numana – sia per il pranzo di Pasqua che per quello di Pasquetta e non riusciamo più a prendere altre prenotazioni».

I prezzi «li abbiamo lasciati invariati rispetto all’anno scorso – dice – e per chi stabilisce un menù, con piatti concordati in anticipo, che ci consente di evitare lo spreco alimentare, c’è un risparmio sul prezzo del 10%». Insomma, il piacere del pranzo fuori si fa più sostenibile non solo per l’ambiente, ma anche per le tasche dei consumatori.

Prenotazioni a gonfie vele anche nella Riviera delle Palme. Sandro Assenti, presidente regionale di Confesercenti e titolare di tre ristoranti con sede a San Benedetto del Tronto (Bagni Andrea, Boka e Sasushi) spiega che la zona a sud delle Marche è penalizzata dai collegamenti carenti sia a livello ferroviario, che autostradale (due corsie in A14) e stradale più in generale.

«La ristorazione tira – spiega – nelle nostre zone si mangia bene e anche a prezzi contenuti, ma serve un circuito per destagionalizzare, servono eventi. Nei ristoranti si lavora molto nei fine settimana ma poi è difficile trovare il personale necessario per il weekend. Comunque c’è voglia di uscire e le prenotazioni non mancano. Il bel tempo è il nostro miglior alleato».

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