Ancona-Osimo

Parità salariale, è legge. Barbaresi: «Le lavoratrici percepiscono mediamente l’anno 7.100 euro meno degli uomini»

Il Senato ha approvato il testo unificato. Ne abbiamo parlato con la segretaria generale della Cgil Marche che ha sottolineato le disuguaglianze ancora pesanti

Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche

ANCONA – «Intervenire per cancellare la disparità salariale che penalizza il lavoro delle donne è una scelta che caratterizza una giusta e necessaria politica antidiscriminatoria e di riduzione delle diseguaglianze». È il commento della segretaria generale Cgil Marche, Daniela Barbaresi, dopo il via libera unanime al Senato del testo unificato sulla parità salariale, che così diventa legge.

Un provvedimento molto atteso per garantire finalmente le pari opportunità tra uomo e donna nel mondo del lavoro sul fronte salariale. «Aver allargato il numero di imprese che devono compilare il rapporto sulle retribuzioni e aver indicato criteri più stringenti per le informazioni da comunicare – prosegue – rappresentano ulteriori importanti strumenti per la contrattazione e per la tutela antidiscriminatoria».

Le aziende sopra i 50 dipendenti dovranno infatti compilare un rapporto sulla situazione del personale che conterrà molti indicatori: dai salari agli inquadramenti, dai congedi al reclutamento. L’elenco delle aziende che trasmetteranno il rapporto, e quello di quelle che non lo faranno, sarà pubblico. I dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettorati del lavoro, dalle consigliere di parità, e per i trasgressori scatteranno sanzioni fino a 5mila euro in caso di mancata o errata trasmissione.

Barbaresi evidenzia poi che anche nelle Marche le diseguaglianze sul lavoro tra uomini e donne «sono ancora pesanti e rappresentano il risultato di numerosi fattori, tra i quali una maggiore incidenza per le lavoratrici della precarietà, del part time involontario, delle difficoltà nell’avanzamento di carriera e nel riconoscimento delle competenze, tanto che mediamente le lavoratrici dipendenti percepiscono una retribuzione media lorda annua inferiore di 7.100 euro rispetto a quella degli uomini».

Insomma la legge sulla parità salariale, conclude, «va nella giusta direzione di riconoscere concretamente il valore della parità tra uomini e donne sul lavoro come prevede la Costituzione della Repubblica».

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