Ancona-Osimo

Pandemia, Salvi (Torrette): «Incidenza in calo, ma ancora picchi di accesso»

Nonostante la curva pandemica sia in discesa, a livello ospedaliero la flessione è più lenta. Le Marche vedono numeri da zona gialla. Parola al dottor Aldo Salvi, direttore della Medicina Interna, d'Urgenza e Subintensiva di Ancona

Il Pronto Soccorso di Torrette

ANCONA – Le Marche resteranno ancora per un’altra settimana in zona arancione, anche se con numeri da zona gialla nei parametri ospedalieri degli ultimi giorni.

«Il ministro Speranza mi ha confermato che le ordinanze valgono per due settimane e che per uscire dalla zona arancione serve avere due rilevazioni rientranti nei parametri sotto la soglia – ha scritto ieri il governatore Francesco Acquaroli sulla sua pagina Facebook -. Già in questa settimana i parametri sono rientrati».

La percentuale di posti letto occupati in Terapia Intensiva è al 18,5%, mentre in Area Medica al 29%, entrambi i parametri ad oggi – 12 febbraio – sotto la soglia della zona arancione (rispettivamente 20% in area intensiva e 30% in area medica).

Insomma un provvedimento che secondo il presidente della Regione «appare fuori dalla fase che stiamo vivendo, e purtroppo sembra di vivere una situazione paradossale, con l’utilizzo di un metodo che era stato ideato in una fase di assoluta emergenza ma che adesso sembra del tutto sproporzionato».

Aldo Salvi

Negli ospedali la percentuale di occupazione si sta riducendo ma al Pronto Soccorso arrivano ancora pazienti positivi al virus, in media «10-12 al giorno» a Torrette spiega il dottor Aldo Salvi, direttore della Medicina Interna, d’Urgenza e Subintensiva di Ancona.

«Continuiamo ad avere l’Obi (osservazione breve intensiva) piena – osserva -, alcuni positivi però arrivano per altre patologie e poi si scopre la positività». Anche se nell’ultimo periodo, dopo il picco registrato il 26 gennaio, la curva epidemiologica sta scendendo, a livello ospedaliero il calo è più lento. «Vediamo ancora tanta malattia – spiega -, il calo di incidenza c’è stato ma il virus non è ancora scomparso e mostra un andamento fluttuante a livello ospedaliero, con giornate in cui ci sono picchi negli accessi».

«Le attenzioni non dovrebbero essere allentate – osserva – vedrei ancora la necessità di evitare affollamenti negli ambienti chiusi». Sull’eliminazione dell’obbligo di indossare la mascherina all’aperto dall’11 febbraio, spiega «non vorrei che alcuni lo facciano anche al chiuso, la situazione epidemiologica non lo consente ancora».

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