Ancona-Osimo

Pandemia, Saltamartini: «Cambio di colore? Il problema ora non c’è. 25 letti pronti da convertire in terapia intensiva»

L'assessore alla Sanità parlando con i giornalisti a margine della seduta del Consiglio regionale ha spiegato che al momento nelle Marche la situazione è sotto controllo

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità

ANCONA – «Nelle Marche al momento la situazione è sotto controllo anche se ci sono alcuni dati» come le «terapie intensive a ridosso del 10% che però non tengono conto della possibilità che abbiamo di aumentare i posti letto». L’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, parlando con i giornalisti a margine della seduta odierna del Consiglio regionale, sull’andamento della pandemia nella regione, ha rimarcato la possibilità di riconvertire 25 letti in posti di terapia intensiva «al momento dedicate alla cura di altre patologie, ma che nell’evenienza siamo in grado di mettere in campo, anche per abbassare l’indice».

Nel monitoraggio Agenas dell’8 novembre, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari ha rilevato un leggero aumento dei ricoveri in terapia intensiva in Italia e il superamento della soglia d’allerta del 10% da parte del Friuli Venezia Giulia e delle Marche, con l’11% dei posti occupati, mentre la media italiana è del 5%.

L’incremento delle unità di terapia intensiva può essere eseguita sia all’ospedale regionale di Torrette, sia in quello di Marche Nord, ha sottolineato l’assessore, una operazione che consentirebbe di portare la quota di posti letto di area intensiva attorno ai 240, dai 212 attuali, senza riaprire il Covid Hospital di Civitanova Marche.

Per quanto concerne il rischio di un passaggio in zona gialla per le Marche, «il problema di cambiare colore non c’è» per ora, perché non sono stati superati i parametri ministeriali: la soglia di occupazione di letti in terapia intensiva che fa scattare la zona gialla, è il 10%, ma per concorrere a questo passaggio nella fascia di rischio superiore, deve esserci uno sforamento in area medica (soglia al 15%) che al momento non c’è visto che qui l’occupazione è al 6%, insieme allo sforamento dell’incidenza dei casi positivi settimanali su 100 mila abitati che deve superare quota 50, un valore già oltrepassato la scorsa settimana.

«È evidente che il processo di vaccinazione deve proseguire – afferma – , e che la cura anti Covid non deve sostituire la vaccinazione». Con l’87,7% dei marchigiani che hanno ricevuto la prima dose di vaccino, il 79,1% che ha completato il ciclo e le 51.516 terze dosi inoculate, le Marche sono in grado «di giungere ad un livello alto della vaccinazione, nonostante le varie posizioni che si sono manifestate nella nostra Regione con una diversità di sensibilità tra le province».

Ma la quota dei marchigiani coperti dal virus secondo Saltamartini è superiore all’87,7%, perché, stando a quanto riferisce, «si stimano un 10% di persone che hanno contratto il virus e quindi sono muniti di anticorpi». Insomma secondo l’assessore «stiamo procedendo, seppur lentamente, verso quella che veniva definita immunità di gregge che oggi non c’è più, perché la durata del vaccino è di sei mesi e dobbiamo procedere con le ulteriori inoculazioni».

L’assessore ha riferito in Aula che delle 23 persone ricoverate attualmente nei reparti di terapia intensiva delle Marche, 6 sono «vaccinate con doppia dose» e che si tratta di persone affette da «diverse patologie pregresse piuttosto acute».

L’assessore ha definito come una «novità rilevante la pillola anti Covid» per la quale ha affermato «abbiamo sollecitato l’Aifa, con una nota nostra come Regione, e siamo pronti ad acquistarla al più presto per garantire terapie efficaci per la patologia Covid».

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