Ancona-Osimo

Ocean Viking, sindacati e associazioni: «Nessuno può morire di fame o annegato per sfuggire alle miserie del proprio paese»

A bordo della nave umanitaria, gestita dalla ong Sos Mediterranée, 336 persone fra le quali anche minori. Critici per le modalità con cui è stato gestito il soccorso dei naufraghi, sbarcati ieri pomeriggio nel porto di Ancona, sindacati e associazioni

ANCONA – «Siamo indignati per le modalità con cui è stato gestito il soccorso costringendo i naufraghi ad affrontare un viaggio di oltre 1.450 km, viaggio che ha peggiorato le condizioni di salute dei sopravvissuti. Fatto incomprensibile considerando che la nave è approdata al porto di Catania ma solo a 23 persone è stato consentito di sbarcare». A sostenerlo in una nota stampa, riferendosi allo sbarco della Ocean Viking ad Ancona, sono Cgil, Cisl e Uil, insieme ad un gruppo di associazioni marchigiane, ovvero Cgil Ancona, Università per la Pace, Anpi Marche, CVM, Amnesty Marche, Free Woman Ancona, Associazione Gulliver Sinistra universitaria, Libera Presidio Rocco Chinnici Ancona, Associazione Festa per la libertà dei popoli, Rete Welcome, Gruppo anarchico Kronstadt Ancona, Terza via odv, Associazione Senza confini Ancona, RiBò Unità di strada Falconara, Gruppo Immigrazione Salute delle Marche.

A bordo della nave umanitaria della ong Sos Mediterranee, 336 persone, fra le quali anche minori. «Non si arresta la strage che avviene nei nostri mari ai danni di chi disperatamente insegue la speranza di una vita migliore e fugge da guerre, persecuzioni, povertà – prosegue la nota stampa – Ribadiamo che gli interventi legislativi messi in atto mettono in pericolo la vita delle persone oltre ad ostacolare le operazioni di soccorso. Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne, agli uomini e ai bambini che approderanno nel porto del capoluogo marchigiano e condanniamo nel modo più assoluto quanto sta avvenendo».

«Nessun essere umano può morire di fame, di sete o annegato, solo per sfuggire alle miserie del proprio paese. Tutto questo è disumano» affermano. «Siamo impegnati – concludono – a modificare queste politiche migratorie palesemente contro i diritti umani, a favore di misure che determinino condizioni regolari di ingresso e un vero sistema di accoglienza».

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