Ancona-Osimo

Occupazione Marche, 180mila donne inattive nel 2020. Barbaresi: «Regione troppo disattenta»

A lanciare l'allarme sulla condizione occupazionale delle donne nelle Marche è Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche. Tra le inoccupate 44mila sono nella fascia di età tra 25 e 44 anni e 82mila nella fascia tra 45 e 64 anni

Daniela Barbaresi, Cgil Marche (immagine di repertorio)

ANCONA – «Troppe donne scoraggiate e ai margini del mercato del lavoro». A lanciare l’allarme sulla condizione occupazionale delle donne nelle Marche è Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche.

Nelle Marche nel 2020 le donne inattive erano 180mila, di cui 44mila nella fascia di età tra 25 e 44 anni e 82mila nella fascia tra 45 e 64 anni. Un numero cresciuto rispetto al 2019 quando la quota di inoccupate si attestava a 168mila. Il tasso di inattività femminile nel 2020 era del 38,1% contro il 23,3% di quello maschile e in ogni caso un dato migliore di quello nazionale che si attesta al 45,3% (dati Istat).

Barbaresi evidenzia che nel «mondo del lavoro sono accresciuti gli ostacoli per le donne» e «si sono consolidate troppe diseguaglianze vecchie e nuove». Cosa determina questo quadro? Sono diversi gli elementi come fa notare la segretaria generale Cgil Marche che chiama in causa precariato e welfare.

«Difficoltà di conciliazione tra lavoro, vita familiare e cura, sempre troppo sulle spalle delle donne – osserva – , soprattutto dopo la maternità, come dimostrano le oltre 900 dimissioni l’anno di donne che lasciano il lavoro dopo la nascita dei figli. Poi lavori poveri e precari, part time spesso involontari, difficoltà nella progressione di carriera e disparità salariali».

In particolare Barbaresi spiega che «nelle Marche le lavoratrici percepiscono in media 6.800 euro lordi l’anno meno degli uomini», insomma una serie di «ostacoli quotidiani con cui si misurano le donne. Ostacoli e difficoltà inaccettabili e da rimuovere al più presto».

Che fare allora? «Occorre un deciso cambiamento di rotta che però non si intravede neanche nelle misure del Pnrr, che pur investendo 5,2miliardi di euro perché si realizzino 260mila nuovi posti negli asili nido e nei servizi educativi, si pone l’obiettivo di garantire un posto al 33% dei bambini: ma si tratta dell’obiettivo che l’Europa si era data 20 anni fa».

E in tal senso tira le orecchie al governo regionale: «La Regione risulta troppo disattenta su queste tematiche» Secondo Barbaresi servono «progetti, investimenti, contributi alla creazione di lavoro per le donne», a patto «che sia lavoro di qualità» e che porti «al superamento delle diseguaglianze». Infine, chiarisce «sono necessari anche congedi di paternità obbligatori in misura ben superiore ai pochi giorni attuali».

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