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Occupazione, Cgil lancia l’allarme: «Situazione ancora grave». Con pandemia, record di ammortizzatori sociali

La componente della segreteria regionale del sindacato evidenzia che cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà anche nel 2021 segnano numeri storici

ANCONA – «C’è grande preoccupazione, si parla di ripresa con troppa semplicità, ma i numeri descrivono una situazione ancora grave: serve lo sforzo di tutti per disegnare uno sviluppo che non lasci indietro nessun, specie i più fragili». Rossella Marinucci, componente della segreteria regionale di Cgil Marche lancia l’allarme sulla situazione del mercato del lavoro a due anni dall’avvento della pandemia.

Dai dati Istat, emerge infatti che nel 2021 nelle Marche sono state richieste e autorizzate complessivamente 77milioni di ore di cassa integrazione, Fis (fondo di integrazione salariale) e altri fondi di solidarietà, il 92% dei quali sono stati richiesti con causale Covid19.

La cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) segna ancora numeri importanti e si attesta a 59,8milioni di ore, ma nonostante le ore si siano quasi dimezzate rispetto al 2020 (102 milioni di ore), il dato confrontato con quello del 2019, prima dell’avvento della pandemia, è ancora elevato (nel 2019 le ore autorizzate furono solo 14 milioni). Nel 2021 il ricorso a Fis e altri fondi si attesta a quota 17,7milioni.

Rossella Marinucci, Cgil Marche

«I dati- spiega – confermano un utilizzo storico degli ammortizzatori sociali nelle Marche, anche nel 2021, anno che pensavamo avrebbe segnato una ripresa, ma anche in questo periodo la quantità di ore è risultata maggiore rispetto a tutti gli anni precedenti».

Analizzando più nel dettaglio i dati, emerge che è l’industria il comparto che assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (44.103.801) e in questo settore la meccanica è in testa con 15,9milioni di ore, seguita dal calzaturiero (11,3 milioni) e dell’abbigliamento (6,1milioni).

Nel terziario è il commercio il settore più in difficoltà e che ha fatto maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali: qui sono state richieste ed utilizzate più ore (5milioni), contro i 4,3milioni impiegati nel settore degli alberghi e dei pubblici esercizi. 2,9milioni sono stati impiegati da studi professionali, vigilanza e case di cura, mentre 1,3milioni di ore nell’edilizia sono.

Marinucci fa notare che «la crisi è trasversale e tocca tutti i settori», ancora numerosi i lavoratori fermi o che non stanno lavorando pienamente, nonostante l’azione di contenimento messa in campo dal blocco dei licenziamenti, senza il quale il quadro sarebbe risultato ben peggiore.

«I dati positivi circa l’attivazione dei contratti non ci fanno stare tranquilli – osserva – perché si tratta per lo più di lavoratori precari con contratti a termine. Si parla di ripresa con troppa semplicità, i numeri descrivono una situazione diversa, fatta di lavoro precario». Marinucci spiega che «serve una programmazione e una visione di lungo periodo, condivisa e costruita insieme tra decisori politici, imprenditori e noi organizzazioni sindacali: il Pnrr è una opportunità senza precedenti, ma occorre coraggio, è il momento di prendere decisioni».

L’auspicio della Cgil è che «la ripresa non sia precaria, occorre portare avanti tutti: donne, giovani, fragili. È ora di compiere scelte importanti, di garantire lavoro di qualità, perché la precarietà è ormai insostenibile»

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