Benessere

L’Oblio oncologico è legge, Borgia (Univpm): «Tumori differenziati per tipologia. No accesso indifferenziato per età d’insorgenza»

In Italia la legge ha introdotto anche una differenziazione a seconda del tumore, per anticipare la possibilità di accedere all'oblio circa la condizione di malattia una volta guariti

Malato (Foto di Alexander Grey da Pixabay)

ANCONA – L’oblio oncologico è diventato legge a dicembre e, nel recente decreto attuativo di marzo, ci sono alcune novità per le persone malate e guarite dal cancro. Nel nostro Paese, infatti, sono state differenziate le diverse tipologie tumorali in modo da consentire ai guariti di poter accedere più rapidamente all’oblio oncologico, non più solo sulla base dell’età di comparsa della malattia, bensì sulla base del tipo di tumore.

La Legge prevedeva la possibilità di accedere all’oblio oncologico dopo 5 anni dalla remissione nel caso di comparsa di neoplasia prima dei 21 anni, o dopo 10 anni in caso di insorgenza della malattia dopo i 21 anni. Con la pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale (il 24 aprile 2024) è stata predisposta «una tabella innovativa rispetto al resto d’Europa che correttamente divide i tumori per categorie, e per quelli che guariscono prima è stata prevista la possibilità di accedere all’oblio oncologico persino ad un anno dalla remissione» spiega la professoressa Luisa Borgia dell’Università Politecnica delle Marche, la quale ha seguito in prima persona il Piano Europeo di lotta contro il cancro emanato nel 2021.

Borgia, membro del Comitato di Bioetica del Consiglio d’Europa e del suo Bureau e Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica di San Marino, ha pubblicato nello scorso agosto, prima in Europa, un articolo scientifico sul tema dell’oblio oncologico, nel momento in cui erano solo due gli articoli internazionali pubblicati, nessuno dei quali in Italia. Quell’articolo è arrivato nel momento in cui in Italia si discuteva di oblio oncologico alla Camera e l’articolo della professoressa Borgia ha costituito la base sulla quale si sono mossi i parlamentari italiani, puntualizza.

«Abbiamo rivoluzionato il panorama europeo» spiega, riferendosi alla differenziazione delle patologie tumorali per l’accesso più rapido all’oblio oncologico, un tema tutt’altro che secondario, ma di primaria importanza perché senza questa norma, rimarca la docente, una persona non può accedere ad un prestito, né ottenere alcune tipologie di assicurazioni o intraprendere le procedure per l’adozione. Non solo, l’attuale Decreto in materia tiene anche conto dell’avanzamento scientifico in tema di trattamenti e per questo prevede l’aggiornamento della tabella entro la fine di ogni anno.  «Una novità poco conosciuta anche dai medici e che invece è importante diffondere per permettere alle persone guarite dal cancro di poter riprendere in mano la propria vita».

«Una persona affetta da cancro entra in un vortice vizioso – spiega -: terapie lunghe, costose e invalidanti, per il malato e per i caregiver. Spesso chi si ammala perde il lavoro ed anche una volta guarito viene discriminato e può essere demansionato perché non ritenuto più in grado di lavorare». Difficoltà gravissime, quelle affrontate dai malati di tumore per le quali «è necessario fare cultura e far sapere che la vita può essere ripresa in mano anche se si è avuto il cancro» conclude.

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