Ancona-Osimo

Nuove aliquote Irpef: ecco chi guadagnerà dalla riforma fiscale

L'intesa politica della riforma è stata siglata il 25 novembre e prevede l'abbassamento delle aliquote da 5 a 4 con la cancellazione della soglia del 41%. Le simulazioni della consulente del lavoro per capire chi ci guadagna

ANCONA – Scenderanno da 5 a 4 le aliquote Irpef in base all’accordo politico raggiunto sulla riforma fiscale nei giorni scorsi. Un taglio, quello dell’Irpef che porterà guadagni soprattutto ai ceti medi e la cancellazione della soglia del 41%.

Attualmente le aliquote di prelievo sono 5: 23% sui redditi fino a 15mila euro; 27% tra 15 e 28mila; 38% fra 28 e 55mila; 41% tra 55 e 75mila; 43% oltre. Dal 2022, invece passeranno a 4: la fascia di reddito fino a 15mila resterà al 23%, quella 15-28mila andrà dal 27% al 25%, il terzo scaglione diventerà 28-50mila euro e passerà dal 38% al 35%, mentre oltre i 50mila si andrà direttamente al 43%.

Il percorso parlamentare non si è ancora chiuso, ma intanto le basi sono state gettate. «Verrà presentato un emendato alla Legge di Bilancio 2022 attualmente in discussione – spiega Chiara Carletti, del Centro Studi dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Ancona -, che mirerà a ridefinire gli scaglioni di reddito e le aliquote per il calcolo dell’Irpef oltre che la revisione delle detrazioni dell’imposta, dei bonus Irpef, della No Tax area. L’intenzione appare quella di gettare le basi per una più ampia trasformazione del sistema fiscale che ovviamente non può essere fatta attraverso soli emendamenti».

Il primo passo dunque «è la proposta di rimodulare sia gli scaglioni di reddito che le aliquote ad essi applicate. In particolare, a partire da Gennaio 2022 si potrebbe passare dalle attuali cinque aliquote a quattro, prevedendo una abbattimento delle percentuali per le fasce intermedie».

Chi ci guadagna?

Chiara Carletti

«A quanto appreso, nulla varierebbe per i redditi fino a 15000 euro – spiega – ai quali rimarrebbe applicata una aliquota pario al 23 %. Taglio invece di ben due punti percentuali si avrebbe invece per i redditi da 15.000,01 euro fino a 28.000 euro, che passerebbero dall’attuale 27% al 25 %».

«Più evidente – prosegue – è ancora la rimodulazione per la fascia di redditi successiva: non solo l’aliquota si abbassa da 38% a 35% ma si riduce anche la soglia reddituale entro cui applicare tali percentuali di tassazione, ovvero non si considereranno più i redditi dai 28000,01 euro ai 55.000,00 euro, ma dai 28000.01 euro ai 50.000 euro».

Dovrebbe scomparire inoltre la fascia intermedia che attualmente coinvolge i redditi dai 55.000 ai 75.000 euro con un’aliquota del 41%, sostituita dall’unico scaglione che comprende i redditi da 50.000,01 euro in poi, con una tassazione pari al 43%.

«Anche se non è possibile fare una previsione di calcolo precisa  – afferma Carletti -, dato che, come si prospettava all’inizio, anche il sistema delle detrazioni dovrebbe subire delle modifiche» con una proiezione di calcolo su ciascuna fascia per capire chi porterebbe trarre il maggior vantaggio da questa riforma «appare già palese come non ci saranno cambiamenti per la prima fascia di redditi, che rimane ferma sia come tetto reddituale che come aliquota».

«Discorso differente vale per la seconda fascia – spiega -. Se consideriamo infatti un reddito di 27000 euro, con l’attuale sistema, avremmo un‘imposta pari ad 6.690 euro; applicando la nuova aliquota del 25%, l’imposta si diminuirebbe ad 6.450 euro, con un “risparmio” per il contribuente 240.00 euro. Considerando i redditi della terza fascia, la riduzione dovrebbe essere più marcata; prendendo ad esempio in esame un reddito di 50.000 euro, attualmente vedrebbe applicata un’imposta di 15.320 euro, mentre con la nuova aliquota, l’imposta si abbasserebbe a 14.400 euro, con una riduzione di quasi 920 euro».

Per i redditi dell’ultima fascia infine, prendendo come riferimento un valore di 75.000 euro, si passa da un’imposta di 25.420 euro ad una di 25.150 euro «con un abbattimento di 270 euro. Volendo tentare di fare una valutazione su quale possa essere la platea di contribuenti che potrebbe trarre un maggior vantaggio dalla proposta di riforma per il 2022, si potrebbe dire che sia quella appartenente alla fascia reddituale intermedia».

Un’ultima nota della consulente va sull’accordo politico siglato il 25 novembre e in particolare sulla «volontà di prevedere, all’interno dello stesso emendamento, anche il taglio dell’Irap per le imprese individuali e gli autonomi. Ora non rimane altro che attendere la formalizzazione dell’accordo e delle specifiche in esso contenute».

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