Ancona-Osimo

Ancona, Notte Bianca nella bufera: «Donne e gay derisi a ˈLo zoo di 105ˈ. Spettacolo indecente»

Arcigay Ancona attacca pesantemente la giunta Silvetti: «Chiediamo al Comune di Ancona di prendere le distanze dai contenuti espressi»

Il collettivo transfemminista di Ancona

ANCONA – Bufera sulla Notte Bianca: insorge ˈNate intereˈ, il movimento transfemminista anconetano. Nel turbine delle polemiche, ci sarebbero i conduttori de ˈLo zoo di 105ˈ, Marco Mazzoli, Pippo Palmieri e Wender. I tre sono saliti sul palcoscenico di piazza Cavour due giorni fa, in occasione della Notte Bianca.

Al centro di tutto, ci sarebbero delle parole pronunciate dai conduttori che non sono andate giù al collettivo: «Sono state fatte delle battute, anzi delle gag indecenti – commentano dal collettivo – Dopo aver invitato alcune persone sul palco, i conduttori dicevano di volere delle ˈragazze con delle belle tettone, con le mammelle belle grosseˈ, parlando di ˈz*****eˈ. Agli inqualificabili commenti sulle donne se ne accompagnavano altri di stampo omolesbotranfobico e xenofobico (ˈNon si può più dire f***i ma lgbtqr come un qr codeˈ)».

«Le battute dovrebbero far ridere tutti, noi invece abbiamo raccolto testimonianze di donne che si sono allontanate disgustate da piazza Cavour e di gente che ha subìto aggressioni razziali verbali. Che questo venga descritto come l’evento dell’anno, a tutti gradito, è problematico per chi vorrebbe una società più rispettosa ed egualitaria».

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Sono ferme e decise le ragazze di Nate intere nel criticare un evento da record, quello di sabato: «In un periodo in cui la violenza sulle donne pervade la cronaca e il governo centrale si prodiga in manifestazioni di giustizialismo e di inasprimento delle pene, la politica locale seleziona tra la ricchissima offerta culturale e ricreativa disponibile nel paese proprio chi fa della gratuita sessualizzazione del corpo delle donne un vanto. Così facendo, abbraccia implicitamente una visione della società in cui il ruolo delle donne è relegato ad appagare gli sguardi e i desideri degli uomini».

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Da ˈNate intereˈ rincarano la dose, attaccando la scelta del Comune: «Non si sta criticando lo show anche se è altamente criticabile. Più che altro – dicono – è grave che ad un evento importante come la Notte Bianca, in un capoluogo regionale, siano stati invitati i conduttori di una simile trasmissione radiofonica. Tra tutti gli ospiti che si potevano invitare, sono stati invitati proprio loro, per uno show che fa ridere poche persone, prevalentemente maschi, o chi comunque vive un privilegio».

E ancora: «Una donna o una persona nera non ride a queste gag. Io per fortuna non ero in piazza Cavour – commenta una di loro – ma conosco chi era lì. Un simile show te lo dovresti scegliere, non metterlo in pubblica piazza, a spese del Comune, e cioè di noi contribuenti. Non è corretto prendere in giro persone già di per sé oppresse, un commento razzista fa inorridire e invece alcuni giornali hanno dipinto i tre conduttori come anticonformisti. Non stiamo parlando del politicamente corretto, ma del fatto che in una piazza, dove io posso passare causalmente, non debba per forza ritrovarmi ad ascoltare commenti sul mio corpo, la mia origine e il mio orientamento. Fa ridere alcuni? Bene, pagatevi il biglietto e ascoltateli. Il pubblico lì non era selezionato».

«Chiediamo al Comune di Ancona di prendere le distanze dai contenuti espressi – la note di Arcigay Comunitas Ancona – Lo show di sabato sarebbe consistito in un’accozzaglia di momenti a loro definizione politicamente scorretti ma che per noi rappresentano solamente uno spettacolo pietoso. Quello del video è solo un piccolo spezzone rappresentantivo del sessismo, del maschilismo e del machismo di cui era composto lo “spettacolo”. Speriamo che l’assessorato ed il sindaco scelgano ospiti meno sgraditi dalla nostra città. Ancona da sempre rappresenta un bacino culturale importante per la nostra Regione. Vogliamo sperare che quello di ieri non rappresenti il livello culturale a cui dovremmo abituarci. Il divertimento è sacrosanto, ma non sulla pelle delle persone».

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